Presto i commissario per il Gran sasso, lo ha detto il premier Conte appena arrivato al Forum per il Gran Sasso. Il Presidnete del Consiglio ha parlato anche del decreto sbloccacantieri.
Nella terra fragile colpita da ben tre terremoti negli ultimi dieci anni, sarà ricordato come un evento memorabile, il Forum Internazionale del Gran Sasso sul tema "La prevenzione, via per un nuovo sviluppo", in corso di svolgimento all'Università di Teramo da giovedì e che si concluderà oggi 22 giugno. Benedetto da papa Francesco con un suo messaggio. Oltre trecento sono stati i relatori partecipanti, provenienti da tutto il mondo, più di trenta rettori di università Africane, quattordici le sessioni di lavoro parallele per altrettante aree disciplinari. Il Forum può costituire "una rinnovata opportunità per giungere a delineare una nuova cultura della prevenzione e della cooperazione", questo l’auspicio del Pontefice. L'evento è stato organizzato dalla Diocesi di Teramo-Atri, dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e dall'Università degli Studi di Teramo, in collaborazione con il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, Iccrom (Centro internazionale di studi per la conservazione e il restauro dei beni culturali) e le Università e i centri di ricerca abruzzesi. Ed è stato Leuzzi ad accogliere i prestigiosi relatori, spiegando che "La prevenzione, via per un nuovo sviluppo, ci interpella in un momento particolare della vita del nostro Paese, dell’Europa e dell’intera umanità. Siamo nel cuore di quel passaggio indicato da papa Francesco al Parlamento europeo nel lontano 2014 , cioè dall’epoca del cambiamento al cambiamento d’epoca. Un passaggio da pochi compreso e bisognoso di ulteriori approfondimenti evitando di cadere nel solito ritornello del cambiamento". "La prevenzione - ha aggiunto - può essere compresa come via per un nuovo sviluppo solo in riferimento alla novità della nostra epoca, che non ha eguali nella storia dell’umanità. La irrilevanza del tema della prevenzione è riferibile non alla nostra scarsa disponibilità a riflettere sul tema, ma alla impossibilità di coglierne il suo significato separata o a prescindere dalla nuova situazione storica". Il rettore dell’Università di Teramo, Dino Mastrocola, ha indicato nuove prospettive per la cooperazione universitaria. "È necessario lavorare su percorsi di formazione comuni, non unilaterali, come in passato, ma bilaterali. L’Africa rappresenta un’opportunità formativa anche per i nostri studenti. La via da seguire è quella del double degree". La prevenzione è stata al centro anche dell’intervento di Giorgio Marrapodi, direttore generale della Cooperazione allo Sviluppo del ministero per gli Affari esteri. "Prevenire le crisi è uno degli obiettivi principali per un diplomatico, nonché strada maestra per la costruzione di società pacifiche", ha detto. "L’Italia sarà sempre a fianco dell’Africa", queste sono state poi le parole sala capitolare di palazzo Minerva del Senato della Repubblica del il viceministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Emanuela Del Re, nell'augurare il buon lavoro alla conferenza dei rettori delle Università africane in programma ieri intorno al tema della "Tutela del patrimonio culturale e naturale e risorse attraverso la prevenzione: professioni attuali e nuove", e intorno la concetto di "prevenzione" come strumento di sviluppo, come questo si traduce nel mondo professionale e sul campo, e cosa significa nel contesto africano. "Con i giovani che ora costituiscono oltre la metà della popolazione in Africa, noi, in quanto luoghi di apprendimento, dobbiamo essere pronti a fornire agli studenti gli strumenti di cui hanno bisogno per prendersi cura del loro ambiente culturale e naturale e guadagnarci da vivere nel modo più sostenibile modo ", ha dichiarato Webber Ndoro, direttore generale dell'Iccrom. "È per questo motivo che dobbiamo ripensare alle professioni che circondano la prevenzione e la conservazione e cercare nuove opportunità l'Africa può aprire la strada". Tra i tanti protagonisti della tre giorni anche il responsabile dell'Ufficio per la ricostruzione nella curia teramana, Antonio Masci, ingegnere aquilano che ha portato le sue conoscenze acquisite all’Aquila.