«Quello che è successo ieri è grave, anzi: è un fatto offensivo, oltraggioso, arido e diseducativo, che spiega fin troppo bene quale sia l’attuale realtà di un istituto scolastico che, fino a pochissimo tempo fa, era considerabile un vero e proprio fiore all’occhiello della nostra provincia». Parla da genitore, prima ancora che da uomo di legge, l’avvocato Angelo Palermo, padre di uno degli iscritti al ValVibrata College, l’istituto di Corropoli che sta attraversando da mesi una profondissima crisi. Parla da genitore, ma con la conoscenza dei codici e del valore delle regole: «Noi genitori avevamo chiesto un incontro ai vertici dell’istituto, perché ci spiegassero quali siano le prospettive, quali le scelte didattiche, quali i professori ancora in cattedra, quali soprattutto le possibilità di garantire ai nostri figli una preparazione fatta di valori e contenuti, ma non abbiamo avuto risposta…». Un silenzio, quello “ufficiale” della scuola, che invece “ufficiosamente” continua a spargere rassicurazioni a piene mani, spiegando a genitori che non ci sono problemi e che, però, sarebbe il caso di pagare tutta insieme la retta dell’intero prossimo anno scolastico, perché c’è un buco di bilancio da ricoprire. Coperto quello, dove si possano trovare le risorse per andare avanti, però, nessuno lo spiega. Neanche a certastampa, che aveva ricevuto una chiamata dal presidente della Fondazione ValVibrata College, Giuseppe Cacioppoli, annunciante un’intervista chiarificatrice. Era otto giorni fa. Siamo in attesa. «E’ una sconfitta per tutti - continua l’avvocato Palermo - mentre a Roma si discute Sagunto brucia, ma quello che è successo ieri è di inaudita gravità». Già, ma cos’è successo ieri? Cosa ha potuto cambiare il muro dei silenzi che la scuola oppone ai genitori, non dando risposte neanche nelle assemblee? E successo che la scuola ha parlato. O meglio, ha cercato di farlo, ma nel posto in assoluto meno adatto. «I ragazzi, visto il silenzio della scuola alle nostre richieste, hanno deciso di incontrarsi per discutere del futuro, per confrontarsi, ma a quell’incontro si sono presentati due membri del Cda - spiega l’avvocato - come a dire: con i vostri genitroi non parliamo, ma con voi che siete minorenni e che non siete i nostri interlocutori contrattuali, invece vogliamo parlare, per tranquillizzarvi… la loro presenza all’incontro è stata offensiva, oltraggiosa, arida e diseducativa». E non ha fornito le attese risposte, visto che ancora nessuno spiega quale sia il piano gestionale e dove trovare i soldi per portare avanti l’istituto. «L’unica soluzione, a mio avviso, sarebbe stato il commissariamento da parte del Prefetto - conclude l’avvocato Palermo - noi a questi signori affidiamo il bene più prezioso: i nostri figli»