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raffaele di marcelloNon chiamatelo Urban Center.

L'Ordine degli Architetti PPC e l'Ordine degli Ingegneri intervengono sulla recente nascita di due "urban center" a Roseto degli Abruzzi e Teramo: deve essere un luogo di condivisione altrimenti dategli un altro nome.

Urban Center è una locuzione anglosassone utilizzata per designare diverse tipologie di strutture la cui missione principale è il coinvolgimento critico delle comunità civiche nelle politiche di trasformazione della città e del territorio.

Originariamente concepiti negli Stati Uniti d'America come luogo centralizzato, istituzionalmente preposto a informazione, comunicazione e discussione dei progetti di trasformazione urbana, gli Urban Center si propongono come arena di dibattito per amministratori, professionisti, operatori economici, forze sociali, comitati di cittadini e singoli soggetti che intendono contribuire attivamente a delineare il futuro della città.

In Italia sono numerosi gli esempi virtuosi di Urban Center, primo di tutti quello di Bologna ( www.urbancenterbologna.it) e, spesso, queste strutture sono cogestite dagli Ordini professionali di Architetti e Ingegneri, insieme ad altre realtà, pubbliche e private.

Il superamento della tradizionale dicotomia pubblico/privato, infatti, ha prodotto il protagonismo di un più vasto parterre di attori nel processo decisionale ove la dialettica tra soggetti consolidati (enti locali, imprese e investitori finanziari) e “protagonisti emergenti” (società di scopo, organizzazioni non-profit, gruppi d’interesse diffuso) può condensarsi negli Urban Center, “case di vetro” per scenari condivisi di sviluppo della città.

L'Urban Center, inteso sia come struttura "fisica" (luogo dove incontrarsi), che come struttura sociale, è un’intrigante opportunità per sperimentare nuove forme di democrazia partecipativa e deliberativa, non limitata agli aspetti passivi di tipo comunicativo-informativo, ma finalizzata alla costruzione condivisa delle linee guida delle politiche urbane.

Per questo, da anni, i nostri Ordini hanno chiesto, in passato, alle Amministrazioni comunali, in primis a quella del Capoluogo, la creazione di un Urban Center, e l'Ordine degli Architetti in particolare, con una pagina facebook denominata TerUrb, ha voluto, negli ultimi anni, portare all'attenzione di amministratori e cittadini una serie di tematiche da condividere, non solo nel mondo virtuale ma, soprattutto, nel mondo reale.

Apprendiamo, dagli organi di stampa, che, prima Roseto degli Abruzzi e poi Teramo, hanno creato i loro Urban Center o almeno strutture che hanno questo nome e, in particolare:

Roseto con l'approvazione di un regolamento, con delibera di Consiglio Comunale n. 8 del 07/03/2019, non reperibile sul sito web del Comune, e la nomina di un Comitato partecipativo, quale organo dell’Urban center, composto da due Consiglieri comunali afferenti al gruppo di maggioranza e uno a quello di minoranza, da due consulenti tecnico/scientifici redattori del Piano Particolareggiato “capoluogo” e, qualora si ravvisasse la necessità in relazione agli argomenti da trattare, da un rappresentante delle Associazioni. Una struttura, quindi, meramente politica e legata alla redazione del Piano Particolareggiato "Capoluogo";

Teramo con la firma di un protocollo di intesa tra il Comune, l'Università di Teramo e l'Adsu per favorire la "mobilità dolce" con particolare riferimento ai collegamenti con il polo universitario di Colleparco.

"Due esperienze senza dubbio interessanti ma che riguardano situazioni specifiche e coinvolgono un limitato numero di portatori di interesse - evidenziano i presidenti dei due Ordini, l'Arch. Raffaele Di Marcello e l'Ing. Agreppino Valente - L'Urban Center, però, è molto di più e ci auguriamo che i due Comuni, seguiti presto da tutti gli altri della provincia, creino un vero centro di incontro e condivisione sulle tematiche della gestione e della pianificazione urbana, coinvolgendo in primis gli ordini e collegi professionali ma anche associazioni e semplici cittadini".

"Teramo e Roseto - continuano i due presidenti - hanno realtà urbane complesse; la prima, come capoluogo, è interessata da una serie di singoli progetti che non trovano coordinamento tra loro e non riesce ad attivare una pianificazione strategica che tenga conto delle influenze che avranno sull'intero contesto urbano (in particolare, per la mobilità, è indispensabile approvare un Piano Urbano della Mobilità Sostenibile); la seconda è in attesa di un nuovo Piano Regolatore Generale che risolva una serie di problematiche e rilanci il suo ruolo di seconda città della provincia".

"Gli Ordini sono sempre a disposizione per coadiuvare le amministrazioni - concludono Di Marcello e Valente - e dare il loro apporto di esperienze e conoscenze. La creazione di VERI Urban Center è indispensabile. Tutto il resto può essere utile, ma non aiuta ad avere una visione completa, e condivisa, della gestione del territorio".

 

 

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