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Due giovani nell’animo, non più all’anagrafe. Due giovani tra i più belli e desiderati della mia generazione. Due giovani diversi culturalmente, nati in quartieri e famiglie diverse, accumunati solo dall’amore per la nostra città, Piergiuseppe Del Piccolo, figlio del mitico e indimenticabile “maestro” Pasquale, che frequenta i parchi cittadini con i suoi cagnetti, e Luciano Di Matteo, batterista ribelle dei Tipi Foschi, che frequenta i parchi in cerca di femmine, ieri, quasi in contemporanea su facebook, denunciano la sporcizia, il degrado in cui versano alcuni angoli della città, e la maleducazione dei concittadini che hanno spaccato la staccionata del lungofiume, rompono bottiglie sui prati dove corrono i bambini, insozzano ogni angolo, deturpano ogni piazza e giardino, violentando il diritto di ciascuno di noi ad una città pulita. Ho lasciato un piccolo commento partendo da un concetto molto semplice: se i cittadini continuano a comportarsi male e a sporcare la città, Teramo non potrà mai essere pulita, nemmeno se la teamtriplicasse il suo servizio. E’ fin troppo ovvio che, quando a sporcare sono in tanti, non può bastare la buona volontà di pochi operatori ne l’impegno di un assessore. Se questi e altri comportamenti non verranno affrontati con maggiore decisione, potremo eleggere sindaco anche Churchill redivivo, ma la situazione non migliorerà. E’ necessaria dunque una azione forte, decisa, risolutiva per rivolvere il problema, in attesa di una azione educativa e civica per tornare a far amare la città. E’ vero che solo chi ama rispetta. E’ vero che ogni città necessita di rispetto per i luoghi pubblici, senza insozzarli. E’ vero, occorre muoversi con disciplina nel traffico. Accorgersi dei più deboli. Partecipare alla vita pubblica. Ma l’amore per una città non è retorica, è la somma di cose fatte o non fatte. Allora, purtroppo, in questo momento occorre uno sforzo economico dissuasivo e poi punitivo, per invitare e convincere i maleducati a non mancare di rispetto alla città e ai suoi concittadini. Occorre una massiccia installazione di telecamere nascoste in città. Il centro, la villa, i tigli, il lungofiume devono essere coperti da telecamere che riprendano e se necessario documentino ciò che accade. Le telecamere contro i vandali - inutili contro la criminalità che è un’altra cosa -  vannoposizionate in punti nevralgici, per un controllo più accurato e capillare del territorio, in pratica tutti gli snodi della vita pubblica. Cominciando a far funzionare quelle che già ci sono. Quanto costa riparare la staccionata distrutta ieri sul lungofiume ? Certamente sarebbe costata meno una telecamera con microsim che registra e ogni 48 ore cancella. Ce ne sono di  ottime, digitali, a 200 euro. Ecco questo sarebbe un gesto di amore per la città? Una azione che i cittadini approverebbero. L’amore, in termini concreti, deve avere alla sua base il “fare” e non solo enunciare La pulizia e il rispetto dei nostri luoghi sono solo una piccola parte di un problema globale che deve vedere tutti protagonisti . Occorrono iniziative per sensibilizzare la cittadinanza, soprattutto i più giovani, a sporcare meno e a pulire di più, a prendersi cura dei propri quartieri e a migliorare le proprie abitudini. Occorre che in città nasca una squadra di “Artigiani del bene comune” che diano vita a iniziative civiche di valorizzazione della città e di sensibilizzazione. Perché il contributo dei suoi abitanti è fondamentale per fare in modo che tutta la città sia considerata la casa di tutti. Artigiani, in quanto impegnati a fare cose con quella cura che si richiede appunto nei lavori artigianali; del bene comune, in quanto la città è sempre una comunità, un Noi e non una somma demografica di Io. E il Noi funziona se alla base si sente l’esigenza del bene comune. 

Leo Nodari 

leonodari