L'annuncio trapela dalle maglie strettissime del riserbo della Curia Aprutina, ma la notizia che un altissimo prelato stia per arrivare in città si sta diffondendo. La visita sarebbe in programma per giovedì prossimo, 17 ottobre, con un incontro con il vescovo Leuzzi e poi un saluto alla città, in Duomo. Si tratterebbe del Cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo metropolita di Genova dal 2006, cardinale presbitero della Gran Madre di Dio e presidente del Consiglio delle conferenze dei vescovi d’Europa. Era accreditato presso la stampa internazionale quale possibile successore di papa Benedetto XVI al soglio pontificio tra i cardinali italiani nel conclave del 2013. Lo studioso e storico statunitense del cattolicesimo Matthew Bunson lo ha definito "peso massimo tra gli intellettuali" per via del suo eccellente profilo in materia di dottrina ed etica. È considerato in linea con il conservatorismo del cardinale Giuseppe Siri, suo predecessore alla cattedra genovese.
CHI E' ANGELO BAGNASCO?
Formazione e sacerdozio
Nato a Pontevico nel bresciano da una famiglia genovese sfollata per la guerra, ha trascorso diversi periodi dell'infanzia nel comune limitrofo di Robecco d'Oglio, paese d'origine della madre; ha frequentato il ginnasio e il liceo classico presso il Seminario arcivescovile di Genova ed è stato ordinato presbitero per l'arcidiocesi di Genova il 29 giugno 1966 per l'imposizione delle mani del cardinale Giuseppe Siri.
È stato vicario parrocchiale della parrocchia di San Pietro Apostolo e Santa Teresa del Bambin Gesù di Albaro dal 1966 al 1985; della stessa parrocchia è poi divenuto aiuto pastorale dal 1986 al 1995, avendo assunto altri incarichi, anche concomitanti, nell'arcidiocesi di Genova. Dal 1970 al 1985 è stato assistente ecclesiastico del gruppo scout, prima ASCI e divenuto dal 1974 AGESCI, Genova 10. Dal 1975 al 1984 è stato docente di italiano presso il liceo classico presso il seminario arcivescovile.
Nel 1979 si è laureato in filosofia presso l'Università degli Studi di Genova. Dal 1980 al 1998 è stato docente di metafisica ed ateismo contemporaneo presso la Facoltà teologica dell'Italia settentrionale. Dal 1980 al 1993 è stato assistente diocesano della Federazione Universitaria Cattolica Italiana.
Dal 1985 al 1996 è stato direttore dell'ufficio catechistico diocesano e delegato regionale per la pastorale della scuola. Dal 1986 al 1994 è diventato preside e docente dell'Istituto superiore di scienze religiose di Genova. Dal 1990 al 1996 è stato direttore dell'ufficio educazione e incaricato della formazione degli insegnanti di religione. Dal 1993 al 1996 direttore dell'opera diocesana "Apostolato Liturgico" e dal 1995 al 1997 è stato vicario episcopale e direttore spirituale del seminario arcivescovile.
Ministero episcopale
Monsignor Bagnasco nel 2005.
Il 3 gennaio 1998 papa Giovanni Paolo II lo ha nominato vescovo di Pesaro e il 7 febbraio 1998 ha ricevuto la consacrazione episcopale per l'imposizione delle mani dell'arcivescovo di Genova Dionigi Tettamanzi e dei co-consacranti, il vescovo emerito di Pesaro Gaetano Michetti e il vescovo di Ventimiglia-San Remo Giacomo Barabino. L'11 marzo 2000, in seguito all'elevazione della stessa diocesi ad arcidiocesi metropolitana, è diventato il primo arcivescovo metropolita di Pesaro.
Il 20 giugno 2003 è stato nominato ordinario militare per l'Italia, ovvero vescovo della struttura religiosa delle Forze armate italiane, carica che ha comportato automaticamente la sua nomina a generale di corpo d'armata dell'Esercito, a norma della legge 512/1961. Ha ricoperto questo incarico in un momento molto delicato per le forze armate della Repubblica, ovvero durante la loro partecipazione alla seconda Guerra del Golfo e alla guerra in Afghanistan. Ha celebrato i funerali di Stato solenni dei vari caduti di quei conflitti, divenendo un volto noto agli italiani.
Il 29 agosto 2006 papa Benedetto XVI lo ha nominato arcivescovo di Genova. Nel corso delle celebrazioni in onore della Madonna della Guardia ne ha dato per primo notizia il suo predecessore alla cattedra di San Siro il cardinale Tarcisio Bertone, diventato a sua volta Segretario di Stato della Santa Sede. La cerimonia solenne per il suo insediamento nell'arcidiocesi genovese si è tenuta nel pomeriggio del 24 settembre 2006 nella cattedrale di San Lorenzo. Contestualmente all'elezione ad arcivescovo di Genova ha lasciato l'incarico di ordinario militare per l'Italia. Il 26 settembre dello stesso anno è stato eletto presidente della Conferenza Episcopale Ligure.
Presidenza della CEI e cardinalato
Il 7 marzo 2007 è stato chiamato da papa Benedetto XVI a sostituire il cardinale Camillo Ruini alla guida della Conferenza Episcopale Italiana.[4] Il 29 giugno 2007 nella Basilica di San Pietro riceve da Benedetto XVI, insieme ad altri arcivescovi metropoliti, il sacro pallio. Come annunciato il 17 ottobre 2007, Benedetto XVI lo ha creato e pubblicato cardinale nel concistoro del 24 novembre successivo, assegnandogli il titolo della Gran Madre di Dio. Il 30 settembre 2011 è stato eletto vicepresidente del Consiglio delle conferenze dei vescovi d'Europa (CCEE).
Il 7 marzo 2012 Benedetto XVI lo ha confermato presidente della Conferenza Episcopale Italiana per altri 5 anni. Il 31 gennaio 2013 è stato eletto presidente del comitato del Progetto culturale della Chiesa italiana. Fino al dicembre 2013 è stato membro della Congregazione per i vescovi. Nell'ottobre 2016 è stato eletto presidente del Consiglio delle conferenze dei vescovi d'Europa.[5]
L'8 marzo 2017 papa Francesco lo ha confermato presidente della Conferenza Episcopale Italiana fino alla nomina del nuovo presidente[6], avvenuta il 24 maggio dello stesso anno. Il 14 gennaio 2018 presenta le dimissioni dal governo della diocesi per raggiunti limiti di età. Vengono rifiutate da papa Francesco, il quale proroga il suo incarico per altri due anni[7].
Attualmente è membro della Congregazione per le Chiese Orientali, della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e della Commissione Episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali.
Dal 2012 al 2017 è stato presidente della Fondazione Gaslini, tenutaria di diversi istituti di carità e assistenza in varie zone di Italia.[8]
Pensiero
La sua formazione teologico-filosofica lo situa nella corrente del tomismo, fedele all'impostazione del cardinale Giuseppe Siri, al quale è sempre stato molto vicino. È un profondo conoscitore di San Tommaso d'Aquino e del suo insegnamento e un fermo sostenitore del valore della metafisica.
Dichiarazioni sulle unioni omosessuali
Nei primi mesi alla guida della CEI, in merito alle unioni diverse dal matrimonio eterosessuale, l'arcivescovo Bagnasco si è espresso nei seguenti termini:
«Quando il criterio dominante è l'opinione pubblica o le maggioranze vestite di democrazia - che possono diventare antidemocratiche o violente - allora è difficile dire di "no". Perché quindi dire no a varie forme di convivenza stabile giuridicamente, di diritto pubblico, riconosciute e quindi creare figure alternative alla famiglia? Perché dire di no all'incesto, come in Inghilterra dove un fratello e sorella hanno figli, vivono insieme e si vogliono bene? Perché dire di no al partito dei pedofili in Olanda se ci sono due libertà che si incontrano? Bisogna avere in mente queste aberrazioni secondo il senso comune e che sono già presenti almeno come germogli iniziali.[9][10][11]»
In seguito a tali dichiarazioni è stato oggetto di dure critiche. Inoltre ignoti hanno deturpato, senza irrimediabili conseguenze, la facciata della cattedrale di Genova, diversi muri di Genova, Bologna e Torino, con scritte nelle quali accusano di pedofilia sacerdoti e prelati[12] e invocano la morte del Papa. Nello stesso contesto, ad opera di ignoti, all'arcivescovo è stato recapitato un plico contenente un proiettile ed una foto segnata da una svastica. In seguito a queste minacce, lo Stato Italiano gli ha assegnato una scorta.
Il 10 giugno 2007, il quotidiano Il Secolo XIX ha riportato che a monsignor Bagnasco sono state recapitate altre minacce tramite un plico, al cui interno vi erano anche tre proiettili. La questura ha subito confermato. La Digos ha aggiunto il plico all'esteso fascicolo riguardante le intimidazioni dirette al presidente della CEI.[13] Successivamente la polizia ha scoperto che i plichi intimidatori erano stati spediti da un uomo di Cuneo, ex carabiniere espulso dall'Arma, che sperava di incastrare l'ex-amante, facendo ricadere su di lei e sul suo nuovo compagno la responsabilità delle minacce.[14]
Nel febbraio 2013 al convegno Famiglia: risorsa per la Chiesa, risorsa per la società in Genova, commentando l'approvazione francese del primo articolo sul matrimonio tra omosessuali, ha dichiarato:
«Siamo vicini al baratro. L’Italia non deve prendere esempio da queste situazioni che hanno esiti estremamente pericolosi. Non seguiamone le orme. L'Europa ha dimenticato le proprie radici cristiane, le radici della propria cultura e della propria civiltà. Volendo sistematicamente eliminare la religione dal proprio orizzonte crede di conquistare delle libertà nuove. Molti paesi europei hanno varato leggi sbagliate su vita, famiglia, libertà, non crescono in civiltà più umana e solidale, semmai più individualista e più regressiva»