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TERAMOALTONel 2018 oltre 56.000 le sentenze di sfratto emesse a livello nazionale, oltre 30.000 gli sfratti eseguiti con forza pubblica, oltre 118.00 le richieste di esecuzione presentate da ufficiali giudiziari.

Rispetto all'impennata delle sentenze di sfratto e alle esecuzioni avute in regione e in particolare in provincia di Pescara nel 2017, anno nero per l'Abruzzo, nel corso del 2018 c'è stata un riduzione sia dei provvedimenti di sfratto 1.702 (-25,15%), sia delle richieste di esecuzione 1.492 (-28,51%), che per gli sfratti eseguiti 693 (-11,49%). 

Numeri che continuano a descrivere una situazione incandescente e la necessità di un piano nazionale per l'edilizia popolare. Su 1.702 provvedimenti di sfratto 1.544 provvedimenti, il 90% è per morosità incolpevole. Intanto presso la Cassa depositi e prestiti  complessivamente ancor inutilizzati 970 milioni dei fondi Gescal destinati alla realizzazione di alloggi popolari, mentre va ricordato che l'ex Gescal è stata soppressa nel 1992. 

Tra le province abruzzesi il primato negativo per provvedimenti (1.121), richieste di esecuzione (798) e sfratti eseguiti (383) spetta alla provincia di Pescara, da notare che la provincia di Teramo  nel 2018 è in controtendenza i provvedimenti di sfratto (208) e gli sfratti eseguiti (119) crescono e non diminuiscono rispetto al 2017, secondo i dati del Ministero dell’interno.

L’Unione inquilini in una nota rilancia "la proposta di riutilizzo degli immobili pubblici e privati ad uso abitativo, attraverso il recupero e l’autorecupero. È quindi necessario abbandonare le politiche emergenzialiste, le guerre tra poveri, fino ad oggi attuate che hanno solo portato ad uno spreco immane di risorse pubbliche senza intaccare minimamente la domanda che viene dal fabbisogno reale", spiegano nella nota. 

"La Regione Abruzzo eviti la propaganda sugli inquilini delle case popolari, soffiando sul fuoco delle guerre tra poveri, piuttosto attui misure volte al reperimento massivo di alloggi, con piani e risorse,  tutto il contrario di norme specchietto per le allodole che lasciano intatto il disagio abitativo", proseguono.

"Nella nostra regione e nella nostra provincia - conclude la nota - di fronte ad uno spropositato patrimonio immobiliare vuoto frutto della speculazione edilizia, è davvero vergognoso che la “casa” sia un’emergenza per migliaia di famiglie! Servono azioni concrete, introducendo una tassazione fortissima e progressiva per gli immobili sfitti, con la possibilità per i sindaci di poter attivare lo strumento della requisizione nelle situazioni di più acuta sofferenza abitativa, graduatorie comunali per il passaggio da casa a casa, la rigenerazione del patrimonio immobiliare pubblico".