Stefano Rossi è un formatore e autore di testi sull'innovazione didattica, ha sviluppato il Metodo Rossi della Didattica Cooperativa basato su format che rendono semplice e coinvolgente la didattica per competenze.
Nei giorni scorsi ha tenuto a Teramoun corso di formazione per docenti e genitori, organizzato dall’Istituto Comprensivo “Zippilli- Noè Lucidi”.
Lei si occupa di innovazione didattica, psicopedagogia scolastica. Che cos’è il Metodo Rossi?
Prima di spiegarle il mio metodo vorrei parlare della visione che lo anima.
Il mondo in cui siamo, ci dice Bauman, è liquido, è un mondo segnato da una radicaleincertezza, quindi se il mondo è diventato profondamente incerto, noi dobbiamo equipaggiare i ragazzi per questo futuro “liquido”. La tesi che io porto avanti è che per prepararli dobbiamo renderli“esploratori coraggiosi”, resilienti, “allenati alla scuola” tramite attività cooperative che sviluppano cinque intelligenze : creativa, cioè risolvere i problemi in manierainnovativa; curiosa,critica, cooperativa e anche empatica.In estrema sintesi, il mio metodo propone di spiegare un po’ di meno e far cooperare i bambini e ragazzi , sviluppare queste cinque intelligenze per diventare “esploratori coraggiosi” per un mondo liquido.
Lei ha parlato di “generazione della felicità”
Diciamo che da un punto di vista creativo la mia tesi èsemplice:perché gli insegnanti fanno fatica a gestire i ragazzi di oggi? Fanno fatica perché abbiamo in classe i “figli della felicità”, bambini a cui vien detto fin da quando sono piccoli “sii felice”.
Non è una cosa sbagliata, ma il sottotesto è: sii felice a qualsiasi costo,il nostro tempo è il tempo in cui la libertà è sganciata dalla responsabilità. Una generazione che cresce con libertà senza responsabilità, mi fa venire in mente il quadro “La colonna deiciechi” di Brugel, chesecondo me può rappresentare la cecità etica del nostro tempo.
La scuola insieme alla famiglia deve avere una funzione educativa, altrimenti rischiamo chele nuove generazioni desiderano la felicità ma senza responsabilità, e quindi sarannoprofondamente infelici.
Nella scuola i rapporti tra idocenti non sono sempre facili,che cosa si può fare?
Le rispondo con un flash. C’è una vecchia storia che dice che dentro ogni essere umano ci sono due lupi, io la cambio un po’. Dico che dentro ognuno di noi c’è un lupo individualista che è lupo dell’io, è importante perché ci consente di conseguire i nostri obiettivi. Poi c’è un lupo più docile, empatico che è il lupo cooperativo checi permette di collaborare, di creare rapporti affettivi con gli altri.
In questa storiella il bambino chiede al saggio: maestro quale dei due lupi diventa l’essere umano? Il saggio risponde : il lupo a cui viene maggiormente dato da mangiare. Che cosa vuol dire? Che il nostro tempo nutre esclusivamente il lupo iperindividualista, l’altro viene sempre schiacciato. Ecco perché ho creato un metodo che si chiama “didattica cooperativa”, la scuola deve resistere ai meccanismi di disgregazione etica del nostro tempo.
In una società iperindividualista,ipercompetitiva, a volte poco etica, io penso che scuola e famiglia devono insegnare l’etica della responsabilità che, come dice Emmanuel Levinas, si aggancia al volto dell’altro che ho di fronte. Io devo limitare il “mio iperindividualismo” e cercare di creare un ponte di empatia.
Il tema del suo incontro con i genitori è “Crescere figli più forti e resilienti”
Io ho formato circa cinquantamila docenti sul metodo cooperativo e, banalmente mi sono reso conto che il lavoro sui docenti non è sufficiente se non si lavora anche con le famiglie.
La resilienza è importante perché nel mondo liquido in cui operiamo ci aiuta a rialzarci dalle cadute. Oggi è difficile educare i figli, i genitori sono nella “nebbia”, provo con la mia esperienza dipsicopedagogista a dare alcune coordinate per essere genitori “autorevoli”. Il paradosso è che ci sono molti genitori “peluche”, io li chiamo così, tiranneggiati dai figli, che in buona fede cercano di crescere figli felici, ma fragili.
Nell’incontro con i genitori ho dato delle coordinate concrete , tratte dal mio libro “Esploratori coraggiosi” perché scuola e famiglia devono lavorare insieme.
L’insegnante, deve essere…
Empatico. L’empatia è fondamentale, io sono un ricercatore ma per 15 anni ho lavorato con ragazzi con problemi penali e disturbi del comportamento.
Più di qualsiasi metodo didattico, c’è la capacità di riconoscere e amare le ferite dei nostri ragazzi.
Anna Brandiferro