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granteatroQuesta sera, alle ore 21:00 nel teatro comunale di Atri andrà in scena “Otto donne e un mistero”, commedia gialla a tinte rosa di Robert Thomas, regia di Guglielmo Ferro con un cast straordinario composto da Anna Galiena, anche traduttrice del testo Debora Caprioglio, Caterina Murino con la partecipazione di Paola Gassman e con Antonella Piccolo, Claudia Campagnola e Giulia Fiume, Maria Chiara Dimitri. Lo spettacolo è un meccanismo imprevedibile e insolito, davvero appropriato per catturare l’attenzione del pubblico, anche se quasi esclusivamente sul piano della suspense. In una villa di campagna una ricca famiglia francese si sta preparando per festeggiare il Natale, quando il capofamiglia Marcel viene trovato morto nel proprio letto con un pugnale conficcato nella schiena. Una forte nevicata e i fili del telefono tagliati di proposito impediscono ogni contatto con l'esterno, trasformando la non più accogliente dimora in una prigione per le otto donne che lo abitano. Comincia così un’indagine – senza esclusione di colpi – tra le mura domestiche per fare chiarezza sul (vero) mistero che incombe sulle protagoniste. Fuori nevica ed è perfetto così, i regali sono al loro posto sotto l’albero, le luci e le note festose hanno invaso le stanze e su tutto si è appeso violentemente un profumo da donna. Di quale donna, delle otto che sfarfalleggiano in casa? Forse quella che ha pugnalato Marcel, tagliato i fili del telefono, trasformando una bella dimora di campagna in una prigione di paura. E quando il fiato è sospeso, alla fine sotto quel profumo di donna si scopre un gran puzzo di morte. C’è un mistero e intorno a esso… otto donne. Adesso sì che è tutto perfetto. La struttura drammaturgica della commedia thriller di Robert Thomas è un ingranaggio perfetto per sedurre lo spettatore contemporaneo ormai abituato alla nuova generazione di criminologia psicologica. Thomas offre inoltre quel valore aggiunto dei grandi scrittori di dosare con maestria la comicità noir d’oltralpe, di fare emergere sfacciatamente la lamina sarcastica e comica della vita contro la morte. E lo fa attraverso la figura madre: la donna. Ne sceglie otto: le più diverse, perché non sono personaggi ma personificazioni distinte della stessa identità-matrice. Come una Grande Madre che si fa Natura, Madonna, Dea, Terra e Morte. La scenografia, realizzata su più livelli, vuole comunque mantenere una parvenza di continuità, concentrando il focus visivo sulla porta della camera da letto della vittima, alla quale nessuno sembra non avere accesso, dopo la scoperta del cadavere. Un’impostazione che si rivela discutibile, perché spesso distrae lo spettatore, che fatica a trovare una direzione verso la quale indirizzare il suo sguardo. Otto (bravissime) interpreti impegnate a dipanare il “mistero” scritto da Robert Thomas, con la regia teatrale di Guglielmo Ferro. Un castello di bugie che crolla sotto… gli applausi”
Leo Nodari