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Le lamentele dei possessori di partita Iva sono mote e pressanti. Imprenditori o professionisti, la situazione è difficile soprattutto per i piccoli che i medi che reggono molto a fatica (quando la reggono) la pressione fiscale abbinata agli adempimenti burocratici. L’idea è aprire un gruppo nel social network. Questo gruppo “Partite Iva insieme a Teramo, per cambiare (per ribellarci) in pochi giorni ha varcato i confini locali e ora è già regionale, ed è ornai costituito da circa mille adesioni. È in continua crescita. Tanto che alla crescita si accompagna, ormai, la gestione della crescita. E’ un universo ampio, ma informe, una realtà vasta e articolata, un mondo di migliaia di persone che, con rappresenta, un’incidenza sul Pil del 70 per cento, la vera spina dorsale dell’economia italiana, abruzzese, teramana. È il cosiddetto “popolo delle partite iva”, vale a dire l’insieme di tutte le forme esistenti di lavoro indipendente, dal piccolo e medio imprenditore al professionista, dal commerciante ed artigiano al lavoratore autonomo. Un mondo che, per definizione, è fatto di figure poco propense  a legarsi, a fare rete. Il gruppo “Partite Iva insieme - Teramo ” lanciata da noi dalla coppia Francesca Persia e da Alfonso Ardizzi, nasce dalla convinzione che i mutamenti intervenuti nella nostra società e l’attuale e perdurante situazione di crisi economico-finanziaria impongano a questo mondo un nuovo e vigoroso protagonismo politico e sociale. Questa realtà intende mettere a disposizione un modello di rappresentanza moderno ed innovativo basato innanzitutto su una visione unitaria ed organica del proprio mondo di riferimento.L’approccio “categoriale” deve lasciare il passo ad una considerazione di insieme di una realtà  ormai caratterizzata dalla  presenza crescente di elementi strutturali e di problemi comuni,  nettamente prevalenti sulle differenziazioni in termini di interessi ed obiettivi. In altre parole c’è quindi l’ambizione di mettere in moto un processo di profonda ristrutturazione della rappresentanza del lavoro indipendente per costruire, anche assieme ad altri soggetti interessati, un organismo espressione di questo mondo con pari dignità rispetto alle organizzazioni di tutela degli interessi del lavoro dipendente e della grande impresa. Anche io mi sono iscritto a  “Partite Iva insieme - Teramo ” per organizzare – intorno a temi ed obiettivi comuni – gli interessi degli associati rivolgendo attenzione al superamento delle grandi e quotidiane sofferenze della piccola e media impresa e del lavoro autonomo. Indispensabile appare quindi, proporre e battersi per la costituzione di un grande soggetto pubblico nazionale – sull’esempio della SBA americana – al quale affidare risorse finanziarie e la funzione di elaborare ed imporre politiche di favore e di sostegno alle piccole e medie imprese e al lavoro autonomo.“Ormai ci hanno stretti come dei limoni – scrive un associato – adesso è il momento di dire basta. Non ce la facciamo più!Questo nuovo gruppo Facebook vuole essere dunque un punto di inizio per contrastare una politica che vede nella partita iva un nemico, un evasone. Un apolitica sbagliata, penalizzante che riscontro ogni giornoimprenditori suicidarsi perché non riescono più ad andare avanti.  Ovviamente il gruppo è per coloro che voglionoessere in regola. Ma chi propone una legge deve anche mettere nelle condizioni di poterla rispettare, fornendo tutto il necessario per farlo, senza aggiungere oneri sulle spalle di chi investe, scommettendo un po’ di più nel mondo del lavoro. Molto significativa la scritta di un giovane associato “Pregherei gli inscritti di non sparare "cazzate" del tipo non paghiamo più, chiudiamo tutti, spacchiamo tutto, etc.etc. C'è bisogno di gente preparata, seria, che sappia muoversi rispettando le leggi e senza cercare tornaconti personali. Questo è quello che mi aspetto nei prossimi giorni: uscire dalle lamentele e dagli sfoghi e sentire proposte costruttive.Cominciando da una riflessione che metto sul piatto della discussione: vi sembra normale che un funzionario pubblico, già ben pagato da noi, prenda una percentuale sulle contestazioni esattoriali a prescindere se siano dovute o meno ? E se aveva sbagliato i danni chi li paga ?. Questo è il sistema Italia e aggiungo che a parole non si cambia niente bisogna fare e agire come i francesi se veramente si vuol cambiare un sistema " fiscale-dittatoriale " che sta facendo chiudere , fallire o peggio ancora suicidare quello che di buono avevamo cioè la piccola imprenditoria fatta di artigiani e commercianti che rendono vivo un paese.

Leo Nodari