Ma quanto ci rimarranno male a Sovicille di Siena quando si presenterà il giornalista scrittore non più ciccione, Antonio D’Amore – vincitore della Seconda Edizione del Premio Letterario Città di Siena - per presentare il suo libro “Ciccione”, oggi alle ore 18 nella cornice del Centro Culturale La Tinaia, per iniziativa del Comune? E quanto sarà credibile oggi che trova vestiti e divisa militare, oggi che entra facilmente in banca e il suo curioso viaggio autobiografico, nel quale l’autore rilegge la sua propria vicenda umana e professionale, non è più in chiave “extralarge” ? A tratti spassoso e divertente, a tratti amaro e graffiante, “Ciccione” è il diario fedele, sincero e senza mediazioni di una vita oversize. Con il piglio del cronista e la penna del narratore, l’autore racconta di diete e trasgressioni, di traguardi e frustrazioni, di successi e delusioni, di giornalismo e di ambizioni, di politici e di intrallazzoni, di sesso e di seduzioni, ma tutto e sempre in un’ottica XXXL. Un libro che è, anche, lo spaccato impietoso delle grandi ipocrisie di una società “magra”, nella quale se sei ciccione, tutti si sentono in dovere di dirtelo.Il libro, infatti, edito dalla Leonardo Nodari Editore si intitola “Ciccione” Gioie & dolori, nebbie & colori, sesso & amori di una vita in sovrappeso. L’autore, presenterà il libro con Mario Tassoni dell’Associazione Scrittori Senesi e Giuseppe Gugliotti, Sindaco di Sovicille, commentando queste pagine ironiche, divertenti, a tratti amare, capaci di dispiegare, con leggerezza e insieme in profondità, la narrazione di una “diversità” fisica, costretta a confrontarsi con una derisione che, seppure diffusa e socialmente accettata – anzi considerata perfino divertente – non per questo è meno pesante e incisiva. Non è un caso che, nel presentare alla Camera la proposta di legge contro il bullismo e quella sua odiosa particolare forma che prende di mira le peculiarità fisiche, l’onorevole Filippo Sensi abbia conquistato l’adesione convinta dei propri colleghi raccontando il vissuto, spesso doloroso, di chi ha conosciuto gli sguardi offensivi o le espressioni di scherno legate alle caratteristiche del proprio corpo. Antonio D’Amore, come Filippo Sensi, sa riderci sopra, sa affrontare la vita dando il giusto peso al giudizio degli altri, ma non per tutti è così; non è infrequente che il dileggio, oggi perfino amplificato e acuito dall’uso di chat e social, rischi di alimentare una spirale di mortificazione distruttiva, specialmente nei più giovani. E senza, di solito, che ce ne si dia troppa pena, perché, come scrive l’autore, “la ciccionaggine è l’unica diversità che tutti sentono il bisogno di segnalare. In un momento nel quale, nel mondo, ci si sforza di fare attenzione a tutta la correttezza estrema, cercando di non offendere nessuno, se insulti un ciccione sei simpatico. Una volta eravamo in due: noi e i “pelati”. Anche la calvizie generava curiosa attrazione alla diversità, ma poi i calvi sono diventati di moda e siamo rimasti solo noi. I ciccioni. Perché c’è chi ci vive come un difetto di sistema, come un bug fisico, come una distonia ambientale. Non ci sopporta. Siamo diversi ed è doveroso che qualcuno ce lo ricordi.“Il merito di questo libro – dice Giuseppe Gugliotti – è proprio quello di trasportarci di peso, per l’appunto, ma insieme con garbo, dentro un altro punto di vista, ricordandoci, in queste giornate particolari (il 7 febbraio è la giornata contro il bullismo e il cyberbullimo), quanto sia ancora necessario e urgente l’impegno di tutti ad educarci al rispetto, all’accoglienza e alla consapevolezza della portata devastante che tante volte possono avere le parole”.