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Non ci sono cétégorie

iacobelloteramoCaro Presidente Mattarella,
spero non  le appaia  troppo irriverente  e irrituale  inviarle una lettera pubblica. Sono un cittadino della città che sta per visitare e, in attesa di incontrarLa, voglio raccontarle io qualcosa della mia città. Intanto l’avviso, sta per visitare la città più bella del mondo. Lei avrà modo di vederne solo il cento, ed è un peccato. Il fatto è che non hanno fatto in tempo a rifare asfalti, rotonde e verde ovunque, quindi in periferia fa ancora schifo. I cittadini l’avrebbero accolta nel migliore dei modi, con tutto il caloroso affetto di cui sono capaci gli abruzzesi. E i teramani soprattutto. Figli del coraggioso popolo Piceno che combattè strenuamente con i galli e con i romani, e dei Pretuzi dai fini prodotti della terra famosi fin dall’antichità; figli dell’ Urbs Interamnia, città dalla viva economia e ricco patrimonio artistico, a partire dalla Cattedrale di Santa Maria Assunta, e notevole centro culturale, con personalità come Melchiorre Delfico e Francesco Savini. Del resto è giusto sapere anche un pò dove ci si trova. Mi raccomando Presidente, non crei una lite istituzionale chiedendo informazioni logistiche o gastronomiche al Presidente della Regione. “Il lungo” è romano de Roma, je piace la carbonara e la pajata. Teramo non sa neppure dove si trova. E’ stato eletto vantandosi di non essere mai venuto in città. Non gli piace stare in Abruzzo, e si vede. E visto che mi trovo, caro Presidente, mi consenta un altro consiglio. Non parli di regolamenti, leggi, codici o quant’altro al presidente del Consiglio Regionale, oppure chiami subito la Croce Rossa, perché al presidente viene l’orticaria quando sente la parola regole. Come uno strano prurito. Una forma di raptus. Proprio una sindrome da rigetto. E’ allergico. Non è colpa sua. Sopporta peró  i peli del gatto che gli fa le fusa. E, mi raccomando Presidente, se lo vede sti lontano , con la sua mano fredda, il suo sguardo cupo, con la sua mitra di oro e gemme, con il suo cappello violaceo, a quel signore che proverà a sedersi accanto a Lei non gli chieda una preghiera o una benedizione, potrebbe ritrovarsi una richiesta di una generosa offerta per le iniziative pastorali della diocesi, il convegno, l’ incontro, la cena. Mi raccomando presidente, attenzione Non chieda informazioni sulla sanità ai dirigenti presenti. Sono tutti nominati dalla politica. E voglia scusare se da Roseto non sono venuti: lei non ci crederà ma da due mesi è chiuso un casello autostradale perché bisogna sostituire un guard rail. Ma no, ma che dice, non sto prendendola in giro. E’ proprio vero: un guard rail non è a norma. Sembra che per l’estate ci riusciranno. Ma non è sicuro. Attenzione Presidente, mi raccomando non chieda informazioni ai presenti sul masterplan, il progetto che avrebbe potuto cambiare il volto della città. 1 miliardo e 490 milioni per l’Abruzzo che potrebbero fare la differenza tra il rilancio dell’Abruzzo e il suo collasso. Chi potrebbe raccontarle qualcosa non è accanto a Lei. Uno è quel Luciano che sta provando la sua sedia e sta provando il suo microfono “1,2,3 io sono dio, prova, io sono dio prova”; l’altro ha lo stesso nome, ma diverso in tutto il resto, è quel signore distinto in fondo alla sala. Si è quello che in realtà l’ha invitata. Anzi diciamo meglio, è quello che ha pensato questa giornata. Per questo è in fonda alla sala. Succede, è stato rimosso, e con lui sono stati eliminati, uno alla volta, anche tutti i suoi amici, secondo la logica di Mao Zedong “per rimuovere il ricordo basta eliminare tutto ciò che lo provoca”. Ma diamo tempo al tempo. Non chieda a nessuno del lavoro che manca, dei disoccupati disperati, dei terremotati ancora fuori casa con i lavori che ancora non partono, dei problemi della città che ha perso il suo ruolo, che ha perso il suo slancio, che è rimasta dietro, che non ha più sviluppo ne una ragione per essere visitata: accanto a lei non troverà nessuno in grado di risponderle. Forse l’unico è il giovane Sindaco, troppo perso tra le carte, troppo preso dal quotidiano, troppo preso dal fare , che non ha tempo per coordinare, indicare, pensare, programmare. Troppo preso dal presente imminente e quindi impossibilitato a immaginare un futuro possibile. Ma non disperi. Mentre ammira il Gran Sasso imbiancato, il verde delle nostre terre feconde a tutti i presenti, ma proprio tutti, chieda pure info sulla nostra meravigliosa gastronomia, su ogni tipo sul cibo e soprattutto sul vino. Di esperti ne troverà un bel pò, soprattutto sul vino. E non solo sul vino. Soprattutto tra le prime file dei plaudenti, quando più forte si alzerà il suo monito sul rispetto delle regole, troverà parecchi professionisti con una bustina in tasca. Tutti lo sanno. Ma valli a toccà. E poi perché? Caro Presidente, da teramano doc, figlio di teramani doc, nipote di Giuseppe con il suo bar “Centrale” in Corso san Giorgio (dove ora c’è l’ottica Nardi), e di Alberto il meccanico (di Taraschi e della Fiat Rabbi dietro la villa dove ora c’è il supermercato) le do il benvenuto in questa splendida città. Grazie per quello che fa per provare a costruire una comunità in cui possa prevalere l’umanità. La storia è adesso: sta ad ognuna ed ognuno decidere che strada intraprendere, da che parte stare. Io sto con Lei caro Presidente.
Leo Nodari

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