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ANTONIOZENNARO

 Il primo ad intervenire  sul tema, con la sua proposta concreta, che farà molto discutere,  è il deputato Antonio Zennaro Il momento è eccezionale. Unico. Mai in passato l'Italia si è trovata ad affrontare un'emergenza sanitaria di così grande portata. Il governo la sta affrontando con misure eccezionali: ha chiuso le scuole, i ristoranti, i bar, i negozi, tutto quanto. Per sostenere un paese in affatto, costretto a stare a casa per chissà quanto ancora, ha stanziato cinque miliardi di euro per la cassa integrazione in deroga e rimandato a data da destinarsi il pagamento di tasse e contributi. Basterà? Forse no. Perché da quelle misure eccezionali restano fuori tante categorie professionali che, non appena il picco sarà superato, si arrischieranno a tornare al lavoro per sopravvivere. E probabilmente faranno ripartire il contagio. Per molti, insomma, questa crisi significa scegliere fra la salute e la sopravvivenza economica. Zennaro è  partito da questa riflessione l'economista Gianmario Cinelli, ricercatore all'Università Bocconi, e Antonio Costagliola, vicepresidente della banca d'investimenti Equita, che hanno lanciato un'idea dirompente e sfidante: un reddito di quarantena, di sopravvivenza. Cioè pochi soldi, dati a tutti, per garantire il minimo indispensabile per sopravvivere, congelando tutto il resto e lasciando i patrimoni intatti, così da avere abbastanza fieno in cascina per tornare subito a correre non appena i contagi saranno a zero. Una follia? Forse. Sicuramente una provocazione e certamente un punto di vista ancora non esplorato. Spieghiamolo con un esempio: un banchiere, che ha un buono stipendio, di circa settemila euro al mese, resta a casa in quarantena. La sua azienda continua a versargli il salario mensile, ma nel frattempo non incassa quattrini perché non c'è mercato. Allora dovrà attingere alle proprie scorte, cioè al patrimonio. Risultato: quando il coronavirus sarà solo un ricordo lontano, il banchiere tornerà nel proprio ufficio, avrà qualche soldo in più sul conto corrente (perché nel frattempo non avrà speso praticamente nulla e magari gli saranno posticipate anche le rate del mutuo) ma la sua azienda avrà dato fondo a tutti i soldi necessari per proseguire, per investire, per ridare slancio all'economia. Insomma, la sua azienda sarà in crisi e, nella migliore delle ipotesi, avvierà procedure di cassa integrazione, nella peggiore scatteranno i licenziamenti e l'azienda andrà a gambe all'aria. Lì inizierebbe una vera e pesantissima recessione economica. Ecco perché i patrimoni, le ricchezze accumulate delle aziende e dei cittadini, vanno tutelati e preservati in questo momento.Da qui l'idea di un reddito di quarantena. Universale e quindi per tutti:Altrimenti rischiamo di creare vincitori e vinti. Ad esempio sospendendo i mutui ma non gli affitti, oppure sostenendo le partite iva ma non gli atipici, ma mantenendo il reddito di cittadinanza. Questo potrebbe creare una gigantesca tensione sociale.Ma cos'è il reddito di quarantena, detto anche di sopravvivenza? Consiste in una cifra pari ai propri consumi famigliari, che in base ai valori Istat si attesta attorno a 751 euro mensili, considerando anche le bollette.Per lo Stato significherebbe una spesa di 19,2 miliardi al mese, cioè 57,5 miliardi per il trimestre. Il reddito comporterebbe un patto sociale fra Stato, cittadini e imprese che si impegnano a sospendere qualsiasi tipo di obbligazione, cioè mutui, affitti, leasing, pagamenti per i fornitori, leasing di macchinari e ogni voce di bilancio aziendale. Vorrebbe dire congelare l'economia. Farsi un lungo weekend generale della durata di tre mesi. Sarebbe come spostare le ferie di agosto in primavera, salvaguardando il patrimonio economico italiano per avere liquidità, solidità e fiato per gli investimenti che serviranno quando in tarda estate bisognerà ripartire.Una misura davvero drastica, ancor più se si pensa che, per sostenerla bisognerebbe interrompere anche le normali voci di spesa del governo. Detto altrimenti sarebbero tagliati anche i costi dei dipendenti pubblici (cioè 28,9 miliardi nel trimestre), le pensioni (altri 49,1 miliardi di risparmi) e il reddito di cittadinanza (1,8 miliardi), per un totale di 79,8 miliardi di euro.

Dunque, bloccando la spesa corrente per stipendi pubblici, pensioni e reddito di cittadinanza, si potrebbe garantire a tutti un reddito di quarantena. Un disegno da far tremare le vene e i polsi e che solo un governo di vera emergenza nazionale, in stato di guerra, potrebbe avere la forza di sostenere e approvare. Del resto, dice Zennaro  -  membro della Commissione Finanze della Camera,  alla ADN kronos -  “vanno prese misure straordinarie perfronteggiare l'emergenza coronavirus, ed èsicuramente da  approfondire la fattibilità di un cosiddetto Reddito di  quarantena come proposto dall'economista della Bocconi. Se l'emergenzasanitaria si dovesse prolungare per mesi, va garantito alle persone unreddito per i beni di prima necessità, lo Stato non deve abbandonare .

Leo Nodari