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Metti una sera a messa. Anche se c’è il Coronavirus. Anche se non si può uscire solo per andare in Chiesa. Anche se lo stesso vescovo di Teramo celebra solo in streaming. Anche se persino il Papa è rimasto solo a celebrare in piazza San Pietro… padre Giovanni Manelli, parroco di Valle San Giovanni, ha deciso di dire messa. In streaming? Certo! Da solo? Più o meno. Questo è infatti il messaggio che ha mandato ai parrocchiani:

«Oggi celebro la Messa in streaming alle 16.30 dalla Parrocchia di Valle San Giovanni, per sentirci comunità cattolica, anche se distanti. La Messa sarà privata, a porte chiuse.
Come avete saputo dalle benemerite catechiste, sarò successivamente disponibile per le confessioni due ore oggi e due ore domani. Raccomando nella maniera più decisa possibile di evitare assembramenti in chiesa e fuori la chiesa. Come sapete i vari decreti non proibiscono l’apertura delle Chiese e il fatto che ci si possa recare a pregare, a confessarsi o a ricevere l’Eucarestia (ci mancherebbe!), tuttavia bisogna mantenere la prudenza. Dentro la chiesa ci potranno essere massimo 4 persone ai 4 angoli dei banchi. Le porte saranno aperte per evitare di toccare anche solo la maniglia. Gli altri eventualmente attenderanno fuori in file ordinate. È opportuno utilizzare la mascherina. Per la confessione sarò disponibile nella cappella di San Giovanni, dove si manterrà la distanza minima di 2 metri tra sacerdote e penitente.
Non avrei mai pensato di dover dare delle disposizioni così simpatiche da parroco 😂»

Seguono indicazioni per il collegamento streaming.
Un messaggio che ha reso inquieti i familiari di un anziano di Valle San Giovanni, preoccupato dal fatto che il padre avesse intenzione di mettersi in fila per la confessione e che ha scritto a noi per segnalare il caso.
Perché, anche se il messaggio è aperto a più livelli di lettura, Padre Paolo sembra dimenticare che è vietato dal decreto l’uscire per andare in Chiesa. E che invitare i fedeli a mettersi in fila, anche se rispettando le distanze sociali, in una comunità ad altissima presenza di soggetti a rischio, cioè gli anziani, è quanto meno un errore di comunicazione.
Comuqnue, ci risulta che del caso sia stata interessata la Curia Vescovile, che ha immediatamente affrontato la questione, perché tutto avvenga nel rispetto delle regole e senza alcun rischio per alcuno