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hospicePotenzialmente, il terzo lotto del Mazzini è “una struttura ideale” per diventare un vero e proprio centro Covid, utilizzabile anche ad emergenza finita per ogni altra emergenza. Potenzialmente, perché in realtà i problemi sono tanti. Il nuovo reparto di Malattie Infettive, infatti, nasce dalla fusione del vecchio reparto e di tutta l’area dell’ex Hospice, arricchendosi poi di tutto il personale della pneumologia. Già, ma quali sono i problemi e perché vanno affrontati subito? Li ha messi nero su bianco, in una lettera che sembra anche una sorta di atto di denuncia, un medico del Mazzini. Certastampa ha intercettato quella lettera.
«Il nuovo reparto infettive ex hospice, non è dotato di pressione negativa e non è adatto strutturalmente alla cura del Covid 19, perché questa situazione rende alto il rischio di infezione del personale sanitario e del comparto. Infatti, esiste una strozzatura a collo di bottiglia all’ingresso del reparto, con spazi per medici e infermieri troppo stretti, per cui è inevitabile accalcarsi con troppe persone in stanze piccole»
Difficoltà che, ovviamente, a detta del medico, si riflettono anche sul trattamento dei pazienti: «I pazienti sono posti in stanze con doppie porte che devono essere necessariamente chiuse, stanze troppo grandi e troppo distanti dal controllo infermieristico». Al punto che: «Per mantenere la sicurezza nel corridoio ex Hospice, è necessario che le stanze siano entrambe chiuse, affinché l’aria venga pompata dal corridoio verso le camere e non viceversa».
La soluzione c’è.
«Unificare le due ali, creando un unico reparto da 20 posti tutti in stanze a pressione negativa e riservare l’ex hospice a day hospital, spogliatoi, infermerie e studi medici».