Non è un film di guerra o un reportage girato a Beirut dopo un bombardamento.
La scena trasmessa in diretta a Pasquetta, durante la trasmissione condotta da Barbara D’Urso “Pomeriggio Cinque”, è quella dell’inseguimento di un uomo sorpreso in “flagranza” mentre, addirittura, passeggiava su una spiaggia deserta!
Si trattava forse di un pericoloso latitante o di uno spacciatore che cercava di sottrarsi all’arresto? No. Solo un comune cittadino che stava passeggiando.
Una condotta che parrebbe pienamente lecita, considerato che l’ordinanza a firma del Ministro Roberto Speranza del 20 marzo 2020 consente, com’è noto, lo svolgimento di attività motoria, purché sia compiuta individualmente e in prossimità della propria abitazione, con il rispetto di “almeno un metro da ogni altra persona”.
Peraltro, la “prossimità alla propria abitazione”, dopo l’entrata in vigore del decreto - legge del 25 marzo 2020 n. 19, dovrà esser intesa “secondo principii di adeguatezza e proporzionalità al rischio effettivamente presente su specifiche parti del territorio nazionale” (art. 1 comma 2), e, nel caso concreto, in rapporto alla scelta di un luogo solitario.
La volenterosa “inviata di guerra” di “Pomeriggio Cinque”, tuttavia, afferma con eccitazione:
“Ecco Barbara, Barbara! L’uomo ha aumentato il passo e sta scappando, lo stiamo inseguendo”.
Sarà riuscito a fuggire lo spaventato cittadino?
Ma, più seriamente, quanto sarà costato all’Erario il mastodontico sistema di opprimente “sorveglianza speciale” posto in essere dal Governo, tramite il costante impiego di elicotteri e aerei?
Un probabile sperpero di danaro pubblico, che, in ogni caso, non sembra possa giustificarsi solo con l’esigenza di controllare e impedire inoffensive passeggiate, ormai sempre più tristi e solitarie.
Mentre, in effetti, un significativo aumento del rischio di contagio da coronavirus appare improbabile se non impossibile, in relazione all’innocua attività dei perseguitati passeggiatori solitari, è certo che, in un momento di grave crisi anche finanziaria, i soldi spesi (centinaia di migliaia o milioni?) in carburante sarebbero stati utili e preziosi per l’acquisto di materiale sanitario di sempre più urgente necessità.
Quanti respiratori avremmo potuto acquistare e quante vite salvare con il danaro speso per i voli ripetuti e costanti di centinaia di elicotteri utilizzati, si ripete, anche per sorvegliare e persino impedire lo svolgimento di semplici passeggiate all’aperto?
Certo una rilevante spesa che, a causa dell’evidente sproporzione tra i mezzi impiegati e la concreta utilità, laddove realizzata per limitare o impedire in maniera illegittima e arbitraria l’esercizio di fondamentali diritti di libertà garantiti dalla Costituzione, ben potrebbe integrare i profili di un grave danno erariale.
Vincenzo di Nanna