Al Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio
Ho condiviso la sua ordinanza n. 7 del 13 marzo che prevedeva“nuove misure urgenti per la prevenzione e gestione dell’emergenza relativa al coronavirus”. Con questa ordinanza alla Asl di Teramo sono stati sospesi i ricoveri programmati sia medici che chirurgici, al fine di favorire il massimo utilizzo delle terapie intensive e la disponibilità del personale sanitario per l’emergenza da covid 19. Fatta ovvia eccezione degli interventi di alta specialità, non rinviabili a giudizio motivato del clinico e fatto salve specifiche condizioni di inderogabilità motivate dalle peculiarità organizzative delle singole ASL. Abbiamo sospesoanche i ricoveri dal Pronto Soccorso, e ridotti i Day Hospital. Ciò anche alla luce della circolare del Ministero della salute che così recita: "Al verificarsi del primo caso indice, ovvero del primo caso confermato di Covid-19 in una determinata area, l'autorità competente determina la rimodulazione dell'attività chirurgica elettiva". Tutto traslato nel piano del governo per l'incremento dei posti letto . Quindi l’ordine è stato di rimandare tutte le operazioni chirurgiche non strettamente indispensabili, le attività ambulatoriali non urgenti e in generale le prestazioni procrastinabili per liberare spazio e personale per l'emergenza coronavirus. Io l’ho condivisa, come tutti i colleghi. De resto è stata questa la misura adottata dagli ospedali di tutta Italia per tenere libero il maggior numero di letti possibile per i malati di Covid-19. Ma quel che preoccupa (ed è un frutto più del lockdownprolungato e totalizzante che del Coronavirus in sé) è l’effetto sulla parte apparentemente non emergenziale delle attività mediche. Mi riferisco a ciò che non ha – oggi – i contorni visibili dell’urgenza, ma ad esempio a cicli di chemioterapia ritardati o saltati (magari solo per comprensibile paura del paziente di recarsi in ospedale), ad attività di prevenzione e screening travolte o ridimensionate per forza di cose, alla totale sospensione dei richiami (anche nella comunicazione di massa) ai controlli periodici, ai test, alle analisi, ai check-up stagionali.Però a questo punto, visto il protrarsi dello stallo nel quale ci troviamo , non posso non manifestarle tutto il malessere ad operare nel mio settore – di alta specialità - in queste condizioni. Sebbene comprensibili per l'emergenza. Ritengo e riteniamo, che la gestione delle camere operatorie al Mazzini di Teramo sia stata affrontata male Io, e tutti i chirurghi che incontro quotidianamente, ritengono infatti che, in quei i settorichirurgici attivi in Abruzzo in 2 ospedali i dirigenti regionali dovevano individuarne una e dedicarla ai Covid, e lasciare l'altra per i pazienti non Covid. E la scelta sarebbe caduta su quello di Teramo perché è l'unico che possa gestire tutte le Acuzie: ha l' emodinamica, l'UTIC, la cardiochirurgia , la vascolare,la radiologia interventistica, la neurochirurgia, le malattie infettive. Anche se a Teramo i percorsi, i presidi , l'aerazione, la gestione della aria condizionata in sala operatoria e in terapia intensiva, è assolutamente insufficiente. E già sappiamo che da maggio in poi moriremo dal caldo.Tutto questo per non aver avuto nessun PZ. Covid. La campagna di informazione mal gestita ha rovinato l' immagine del ns reparto (e passi), ha determinato il terrore nei pazienti che ora si presentano in ospedale quando è tardi per fare qualcosa, se non chiamare le onoranze funebri ed eventualmente il cappellano. Ma non sono stati spesi dalla Regione 150.000 euro per fare “informazione”. Sarebbe bastato far comprendere alla gente che,nel rispetto dell'imperversante pandemia, i percorsi delle altre patologie comunque funzionano come sempre.Riprendere gli interventi in elezione.Il resto della rete ospedaliera regionale, raccordandosi con l' assistenza sul territorio, avrebbe dovuto occuparsi dei pazienti non più acuti, o che non avessero avuto bisogno magari di un ospedalizzazione,ma di livello meno intensivo o magari anche di una degenza anche in terapia intensiva ma senza aspetti interventistici riservandoli all' unico presidio Covid scelto per le Acuzie.Quindi si dovevano scegliere per ogni provincia degli ospedali da trasformare in Medicina per la convalescenza del pazienti sino alla sua negativizzazione. Creare dei Covid hospital come quello di Pescara, affidato a Colasante,. Siamo in tanti a pensare che la situazione è stata sfruttata solo per gratificazione personale e in nome di questi personalismi si è assistito ad un'eccessiva frammentazione. Io, e noi tutti continuiamo a lavorare con la passione e la professionalità di sempre. Ora i cittadini ci chiamano “eroi”. Ecco, vogliamo dire a tutti che non siamo “eroi”. Siamo medici che hanno giurato di tutelare la salute dei malati. Per farlo bene, meglio, ci sarebbe piaciuto essere ascoltati. A Teramo non è stato così.
Lettera firmata