L'emergenza da Covid-19 non è soltanto sanitaria. È anche, e soprattutto, economica e finanziaria.
La chiusura delle attività commerciali era di certo indispensabile per contenere il contagio, ma ha lasciato a casa un esercito di lavoratori del settore, privandoli in alcuni casi dell'unica fonte di reddito, portandoli all'esasperazione.
A questa situazione si aggiunge il problema taciuto degli affitti e delle utenze dei locali commerciali che non sono stati sospesi o bloccati.
Il Governo sembra sottovalutare quanto sta accadendo, e se non interviene le ripercussioni saranno catastrofiche.
Il boom di richieste per accedere al bonus di 600 euro (29.283 nella sola provincia di Teramo) ne è la prova. I ritardi nella lavorazione delle domande da parte dell'INPS hanno interessato anche il nostro territorio, come nel caso della Sig.ra Germana, titolare di un bar di Basciano che, a causa della chiusura del suo esercizio commerciale, non vedendosi ad oggi ancora riconosciuti i miseri 600 euro, è rimasta senza entrate economiche dal 9 marzo, e con le spese per il locale arretrate.
Nel rivolgersi allo Sportello Sociale Usb ha lanciato il suo grido disperato di aiuto, perché obbligata a chiedere un prestito e a rinunciare ad analisi e cure essenziali per una grave patologia.
Questo è un caso emblematico che richiede un urgente interessamento da parte delle istituzioni, ma
siamo certi che nel nostro territorio siano tantissimi i casi simili non ancora denunciati.
Alle Partite IVA, si aggiunge il dramma dei cassaintegrati (100mila in Abruzzo).
Nella nostra Provincia, i lavoratori interessati dai provvedimenti di forme di sostegno al reddito sono oltre 25mila.
Anche in questo ambito siamo testimoni di ritardi imputabili alle autorità regionali che hanno inoltrato, inspiegabilmente ed irresponsabilmente, con estremo ritardo le richieste di cassa integrazione all'INPS.
Lavoratori in condizioni economiche già precarie, sono stati lasciati allo sbando da quelle istituzioni che dovrebbero inveve tutelarli e proteggerli.
Alla luce di questo desolante scenario, la domanda che ci poniamo come Sportello Sociale Usb è: come si può vivere in un momento delicato come questo che stiamo attraversando da ormai due mesi, senza un reddito certo?
Le misure prese non sono evidentemente sufficienti.
Si tratta di soluzioni temporanee ed irrisorie rispetto all'enormità del problema che vorrebbero affrontare.
Questi provvedimenti garantiscono a malapena la sopravvivenza, non certo "un'esistenza libera e dignitosa" come sancito dall'articolo 36 della nostra Costituzione.
Chiediamo alle istituzioni di farsi carico di interventi verso Germana e a favore di tutti coloro che sono colpiti da questa emergenza. Affinché l'insicurezza sanitaria ed economica non diventi sociale.
SPORTELLO SOCIALE USB - TERAMO