Per due mesi sono rimasti nell’ombra. Zitti. Spaventati. Timorosi che il virus fosse per loro che nella vita vomitano odio su tutto. Spaventati da rimembranze catechistiche che gli avevano fatto temere che Dio li avesse scoperti. Loro, con le loro vite inutili. Loro: le merde. Loro: i leoni da tastiera che si guardano bene dall’accendere un cerino per rischiarare il buio. Loro: gli infelici. Quelle che il marito le disprezza. Quelli che non gli tira più. Loro:gli inutili, i passivi, quelli che non hanno una vita vera. Loro: gli odiatori sono tornati. E sono scatenati . Odiatori, nella vita come nella rete. Quelli che suonano il clacson a tutta. Quelli che il parcheggio o la vita. Non ha fatto in tempo a scendere dal volo militare dopo un anno e mezzo di prigionia, che una cospicua parte dei social si è lasciata andare al suo peggio. “Ingrata” “amica dei terroristi”. “Fondamentalista”. Questo il trattamento riservato a Silvia Romano.L’ondata di cattivismomalpancista,che sta infestando il dibattito social, sembrava essersi calmato, ma ora rischia di tornare più cattivo che mai sovvertire millenni di etica, con i samaritani del 2000 disprezzati, accusati di salvare vite e occuparsi dei fragili, come fosse una colpa anziché ciò che ci fa uomini. La notizia della sua liberazione e del suo ritorno aveva unito ed emozionato un’Italia messa in ginocchio dalla pandemia. Quella magia sembra già finita. Sono bastati un paio di minuti. Cancellati i canti sui balconi, ecco che è tornata a salire la bile del Paese.Solo qualche momento e sono partiti i primi commenti. “Chi è questa?”; “Quanto avranno pagato il riscatto?”; “Chi gliel’ha fatto fare?”. E via dicendo. Fino alle offese più dure. Caratterizzate da un sessismo nemmeno troppo velato. Rigurgiti odierni ecco che alla prima occasione si rifanno vivi. “Silvia doveva morire“, “Silvia è una terrorista “, “Silvia è diventata mussulmana non la vogliamo“ “Silvia quanto ci è costata sta puttana “. “Arrestatela” grida Vittorio “a gettone” Sgarbi. “Togliti in cencio dalla testa” urla la nota signora e donna di fede Daniela Vergine Santanchè. “Si è fatta rapire per finanziare i terroristi” , non può mancare il commento sobrio di Vittorio Ciucco Feltri. Un evergreen, un film già vistoche si chiude con un isterico che da un video grida “Se è diventata mussulmana deve morire”. “Quanto ci è costata” si chiede un irato Belpietro, che non si è arrabbiato mai così tanto per evasione fiscale, corruzione, sprechi, ne per i 49 milioni della Lega. E così, dal commentatore anonimo chiuso nella sua stanzetta alla sola luce dello smart-phone fino alla colta penna dell’editorialista secondo il quale silvia Romano avrebbe fatto meglio a saziare la sua fame di volontariato in qualche Caritas italiana, tutto si tiene.In qualche modo si giustifica, si legittima nell’attuale stato di isteria. una malattia effettiva e affettiva. Rabbia e paura ci hanno drogato fino alla patologia.Credevamo che il Covid ci avrebbe cambiato in meglio. Credevamo di avere gli anticorpi contro tutto questo, che gli errori del passato ci avessero resi irrimediabilmente migliori. Invece alla prima occasione assistiamo al trionfo della barbarie, nell’anonimato, che è la vera e unica forza con cui si esprime oggi chi odia. Intanto ti insulto, poi penso. È la barbarie dei social, la viltà da dietro un vetro. L’ignoranza ha paura della compassione colpevole di smascherare la loro pochezza. L’egoismo ha paura dei solidali, colpevoli di smascherare la loro povertà d’animo. Allora avallano questo delirio di impotenza, questa fame di diffamare. Così può accadere che una giovane ragazza che, dopo essersi laureata, invece di scegliere di ubriacarsi, cannarsi, buttare la vita in qualche bar, decide di andare a servire gli ultimi tra gli ultimi, quando parte bianca e cristiana è una santa. Quando torna è una puttana, terrorista, mussulmana . E le tre cose appaiono legate nella esigua zona cerebrale dell’anonimo odiatore. Chi esprime impegno, solidarietà tenerezza diventa quasi un nemicoper il frustrato egoista che non ha altro che uno schermo con il quale odiare. SeCroce Rossa, Emergency, Medici senza Frontiere o la Caritas portano cibo e medicine per noi e i nostri amici, sono santi. Se intervengono in zone di guerra, di estrema povertà, dove fame e malattie uccidono al mese, ogni mese, tanti quanti sono morti di Covid in Italia, vengono insultati in quanto umanitari.Sono tornati con forza questi umanoidi, e sono arrabbiati perché stannomale nel loro benessere, nel loro avere tutto e ogni cosa, nel loro non essere mai contenti.A differenza di chi sta male davvero, non ha nulla se non la miseria. E si arriva al paradosso assoluto: quello che vive per strada o sotto i ponti dà fastidio a noi. Auspico uncambio di frequenza dal basso all’altro, e non lo lascio solo alle religioni, tutti noi abbiamo una parte divina che ci è permesso esercitare. Liberiamo i nostri figli dalla paura! Diciamogli che la persona disagiata è chi guarda e non fa nulla, non chi è nel disagio. Ci vuole un cambio di frequenza. Cambiare il linguaggio, gridare la tenerezza e la compassione, urlare nei teatri, sui libri, ovunque, contro questa cultura dell’odio. Invertiamo la rotta, mettiamocela addosso questoimpegno, per combattere il morbo c’è bisogno di uno scatto.
Leo Nodari