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pizzeriarosetoQuesta mattina, alle ore 05,00 i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Giulianova e della Stazione di Roseto degli Abruzzi, coadiuvati dai militari della Compagnia di Castello di Cisterna (NA), hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di tre persone (due uomini ristretti in carcere e una donna agli arresti domiciliari) emessa dal GIP del Tribunale di L’Aquila, su richiesta della Procura della Repubblica di L’Aquila – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di tre indagati ritenuti responsabili, a vario titolo e in concorso tra loro, di tentata estorsione mediante l’utilizzo del metodo mafioso (artt. 56-110-629 e 416 bis c.p., comma 1, prima ipotesi, già art. 7 D.L. n. 152/91), danneggiamento (art. 635, comma 3 c.p.) e turbata libertà dell’industria e del commercio (art. 513 c.p.).

I fatti contestati risalgono all’alba del 5 febbraio scorso, allorquando un ordigno piazzato nei pressi della pizzeria Anima Concept di Roseto degli Abruzzi deflagrò, danneggiando gravemente non solo la pizzeria stessa ma anche un’abitazione sovrastante. La forte esplosione scardinò infatti la vetrata della cucina, mandando in frantumi le altre vetrate della facciata del locale e i vetri delle finestre dell’appartamento al primo piano dell’edificio.

Le attività investigative (iniziate presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Teramo) sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di L’Aquila e hanno permesso di acquisire importanti elementi probatori a carico degli autori dell’attentato esplosivo: A.P., 36enne di origini campane, domiciliato a Roseto degli Abruzzi; S.M., 38enne rosetana e compagna di quest’ultimo; S.R., trentottenne di Pomigliano d’Arco.

Gli inquirenti, che hanno ipotizzato fin dal primo momento che si trattasse di un atto intimidatorio a scopo estorsivo, ne hanno accertato in breve tempo il movente: dissapori e rancori maturati tra imprenditori concorrenti nel settore della ristorazione e le pregresse minacce rivolte ai titolari della pizzeria oggetto dell’attentato.

Le meticolose attività investigative svolte dai militari dell’Arma hanno chiarito sia le modalità organizzative che quelle esecutive dell’attentato: in particolare, nella giornata del 3 febbraio scorso, A.P. e la sua compagna si recarono a Napoli, dove reclutarono S.R., un pregiudicato esperto di esplosivi e attivo in ambienti malavitosi campani. Quest’ultimo, a bordo della sua auto, al seguito della coppia rosetana e con l’ordigno già pronto all’uso, all’alba del 5 febbraio giunse a Roseto degli Abruzzi. Tutti insieme si recarono presso la pizzeria Anima Concept, dove S.R. posizionò e fece esplodere la bomba, tornandosene immediatamente dopo a Napoli.

Il fatto commesso dai tre è stato connotato dal cosiddetto metodo mafioso. Infatti, A.P., prima del grave gesto intimidatorio e vantando le sue conoscenze con noti esponenti della malavita campana, aveva minacciato alcuni dei soci della pizzeria, inducendoli a temere per la loro sorte e per la loro attività lavorativa.

A.P. ed S.R., al termine delle formalità di rito in caserma, sono stati condotti in carcere, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria mandante, mentre S.M. è stata posta agli arresti presso il proprio domicilio.

Grande soddisfazione è stata espressa dagli investigatori per la rapida soluzione di un caso che, per la sua inaudita violenza, ha provocato grande clamore ed allarme sociale nella popolazione locale.

L’evento dimostra che fatti gravi di intimidazione e violenza, come quello occorso a Roseto, non conoscono confini geografici, ma dimostra altresì la prontezza di Carabinieri e Magistratura in Abruzzo ad arginare con successo anche le forme espansive e insidiose di criminalità.