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Pretriage

Il Co-vidha indirizzato Istituzioni e operatori verso la ricerca di nuovi scenari, non solo capaci di realizzare una presa in carico precoce del paziente fin dal suo arrivo in Pronto Soccorso, ma anche un nuovo sistema di accoglienza nelle strutture ospedaliere. Purtroppo dovremo farci i conti ancora per tanto tempo. Il “ruggito” era stato il primo a chiedere che anche a Teramo - sull’esempio del Gemelli di Roma dove svolgo una terapia - tutti i pazienti e accompagnatori che accedevano negli ambienti ambulatoriali, e tutti coloro che entravano all’ospedale Mazzini di Teramo,venissero sottoposti a un pre- triage con controllo temperatura, acquisizione di dip, e quant’altro per essere messi in sicurezzasecondo le indicazioni della circolare ministeriale prot. 0005443- 22022020 chePiconeconosce  certamente a memoria, per escludere la possibilità di contagio localeDunque dico “bravi” ora che la Asl di Teramo lo ha fatto. Del resto l’ampia e dettagliata campagna educativa e informativa sul Covid offerta a tutti gli abruzzesi, che hanno trovato informazioni in ogni dove, Tv, poster stradali, manifesti cittadini, per la modica somma di 150mila euro – e ne sono contenti visto che nessuno apre bocca a cominciare dai consigliere regionali, di teorica opposizione -  ha spento ogni focolaio e grazie agli amici  - tutti commossi dalla morte di Falcone – il problema è risolto. Ma, visto che ancora è necessario proteggersi con il pre triage davanti gli ospedali , penso che sia veramente intollerabile che ancora oggi , a i tre mesi dal nostro primo intervento, sollecitato dai cittadini a metàfebbraio, davanti alle porte dell’ospedaledi Teramo si creino lunghe file già dal primo mattino, che creano veramente disagio.Perché non utilizzare le  capacità e conoscenza delle tattiche strategiche militari del capo task forse?. Ha sconfitto il virus, ora serve un pre triage allargato bui bui. Occorre certo essere ragionevoli .La gestione dell’emergenza ha imposto misure drastiche e necessarie. Certo, non sempre nei giorni della paura si sono fatti i conti appieno con situazioni come il maltempo a marzo e oggi sole caldo. Certo le misure di distanziamento sociale, utili poi per accedere al pre-triage del pronto soccorso, hanno costretto gli utenti in ore frenetiche a fare la fila sotto alle intemperie, tra pioggia e vento. Lo sappiamo, le persone sono tante, e la prudenza mai troppa, e avviamente, la fila dinanzi al pre-triage non riguarda solo chi deve fruire del pronto soccorso, ma anche tutti coloro che si recano in ospedale: dalle visite, ai prelievi ai controlli programmati alle donne in gravidanza. E tutto ciò, indirizzato dall’emergenza Covid19, dei disagi in termini logistici li sta creando. E dobbiamo accettarli. Sappiamo bene che le persona che vanno al Mazzini in questi giorni costrette a fare la fila , sono persone anziane, malate, non possono neanche sedersi su delle sedie ne sulle panchine limitrofe, alla tenda di fronte al Primo Lotto.Ieri poi tutti sono stati costretti ad aspettare sotto il sole. La parola d’ordine voluta da tutti i cittadini è rafforzare il servizio.  Gli spazi non mancano. Si potrebbe riorganizzare il serviziomagari utilizzando anche l’atrio del Mazzini, per cercare di venire incontro ai disabili, persone con patologie e agli anziani  “trovando adeguate e specifiche risposte alla loro “fragilità” attraverso l’attivazione tempestiva di percorsi dedicati” (punto 6.1 delle linee di indirizzo del Ministero della salute).Le lunghe file, le lunghe soste uno dietro l’altro, l’assembramento che si forma al Mazzini, sono proprio l’esatto opposto di quanto ci insegna una campagna informativa pagata 150mila euro. 

Leo Nodari