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PAPATORZIC’è un filo sottile che lega Teramo e Gianluigi Torzi, l’imprenditore molisano arrestato oggi con l’accusa di estorsione, peculato, truffa aggravata e autoriciclaggio ai danni del Vaticano, reati per quali la Legge vaticana prevede pene fino a dodici anni di reclusione. Gianluigi Torzi è detenuto in appositi locali presso la Caserma del Corpo della Gendarmeria. Il filo è la Banca Popolare di Bari e l’operazione di acquisto della Tercas. Mentre la Banca pugliese, infatti, rilevava il controllo del gruppo Tercas - Caripe, e secondo le inchieste che oggi coinvolgono la Popolare quella operazione serviva anche ad occultare perdite per oltre 270 milioni, in quel “gioco” rientrava anche Gianluigi Torzi che aveva cercato di coinvolgere la banca in una operazione da 30 milioni di euro su Malta ma con una triangolazione su Inghilterra e Lussemburgo, per la quale il Lussemburgo ha presentato un conto di 51 milioni di euro alla Popolare di Bari. E, stando ad alcune fonti riservate contattate da cerastampa, in quel periodo Torzi sarebbe stato più volte a Teramo per incontrare i vertici della Popolare. E non solo. Anche negli ultimi tempi, l’imprenditore di Campobasso si sarebbe visto più volte a Teramo, per fare affari, nel quadro di una trattativa per rilevare un’azienda vinicola.