• CANTORO
×

Avviso

Non ci sono cétégorie

Livematter

Verità e giustizia per George Floyd. Arriva anche a Teramo l’onda lunga del movimento spontaneo #BlackLivesMatter che pretende un accertamento severo delle responsabilità e una pena esemplare, qualora fosse accertata, come appare, la violenza letale nei confronti nell’afro-americano, morto per mano della polizia di Minneapolis. La protesta non accenna a placarsi; anzi, si sta riverberando in tutto il mondo, dove si moltiplicano i comitati e le manifestazioni di sensibilizzazione dell’opinione pubblica su temi delicati che afferiscono alla libertà e alla democrazia. Sabato20 giugno, a Teramo in Piazza Martiri, si terrà un incontro in memoria di Floyd. Il raduno è fissato alle 17:00. Sarà un evento pacifico, solidale, aperto a tutti, anche alle famiglie, per invocare l’impegno delle istituzioni contro ogni forma di discriminazione. Non è una manifestazione politica né un’occasione per sfogare la rabbia: su questo gli organizzatori sono categorici. I partecipanti, a cui sarà richiesto di indossare le mascherine e di rispettare il distanziamento sociale, osserveranno 8 minuti e 46 secondi di silenzio, tanto quanto è durata l’agonia di George. Al sit-in sarà possibile portate un palloncino, un foulard o un nastro nero, sia in segno di lutto e sia perché il nero riporta al colore della pelle per la quale ancora oggi si può morire.. La protesta per la morte di  George Floyd non si ferma. Non è bastata la Polizia a fermare la rabbia in America, ne laguardia nazionale; non è bastato arrestare più di 1000 dimostranti a Londra;non è bastato sparare in Canada ne la minaccia dell’uso dell’esercito in TurchiaIl movimento #BlackLivesMatternon si ferma: ci sono due cause storiche, e tre contemporanee, in cui va inquadrato questo omicidio

La prima ragione, storica, è che in tutti gli Stati Uniti mancano norme sull’uso della forza, che siano conformi alle regole internazionali. L’uso della forza letale, infatti, è previsto solo come ultima risorsa e in presenza di una minaccia immediata per la vita di altre persone. E questo non era il caso di George Floyd.Che era disarmato, arrestato senza ragione. È l’assenza di norme coerenti con questo standard internazionale che fa si che in America non siano rari gli episodi violenti di uso di forza inutile ed eccessiva, che rientrano poi nel campo dell’illegalità. Solo nel 2019, la polizia è stata coinvolta nella morte di oltre mille persone negli Stati Uniti

La seconda ragione storica, viene chiamata Racialprofiling,  “profilazione razziale”. È un fenomeno da sempre presente nel corpo di polizia statunitense che non si riesce a sradicare. L’espressione profilazione razziale si riferisce al peso decisivo di fattori razziali o etnici nel determinare l'azione portata da parte delle forze dell'ordine nei confronti di un individuo. Qualche esempio: una persona bianca che ha le mani in tasta ha freddo, se ad avere le mani in tasca è una persona di colore allora sta nascondendo una pistola.

C’è poi un terzo motivo, contemporaneo, e fortemente legato all’amministrazione politica del presidente Donald Trump. La sua, è una visione irresponsabile e incendiaria. È un incitamento alla violenza da parte delle forze dell’ordine e un ammiccamento continuo alla supremazia dei bianchi.

Ma c’è una quarta ragione : gli Stati Uniti negli anni ’80 hanno scelto la “tolleranza zero”. Questa linea dura si è tradotta in una legge assurda - varata sotto la presidenza Clinton – che condanna all’ergastolo chiunque commetta anche solo tre reati di modesta entità. Gli Stati Uniti infatti hanno quattro milioni di persone in galera (molti in libertà condizionata). Ciò ha favorito la militarizzazione della polizia che  è esageratamente armata, e dall’altro ha imposto alla Corte Suprema l’accettazionedella “qualifiedimmunity”, ovvero la teoria secondo cui un poliziotto ha ragione di credere che la sua vita, quella di un suo collega o di altri passanti sia in pericolo, e quindi prima spara e poi si accerta di quale sia il pericolo. Un presidente come Donald Trump non aiuta…
Usa un linguaggio violento e oltraggioso che incontra approvazione in quella fascia di popolazione bianca e non istruita. E lo fa solo per rafforzare la sua base in vista delle prossime elezioni a novembre.

Poi c’è una quinta ragione. È quella di essere una nazione nata sulla brutalità del lavoro schiavisticoUn peccato che si sconta anche centinaia di anni dopo averlo commesso. Il sistema di polizia negli Stati Uniti è rimasto impregnato di razzismo. I corpi sono ancora intesi come strumento di difesa dei privilegiIl punto da cui partire è chiaro: se non fosse stato afroamericano George Floyd non sarebbe morto. Ma l’omicidio non è un caso isolato e ha radici profonde. Il peccato originale che gli Stati Uniti d’America continuano a scontare, è che gli Usa sono stati fondati su questo massiccio sfruttamento e sull’estrema brutalità del lavoro schiavistico Per capire cosa succede in America bisogna partire da questo punto: il peccato originale si sconta per centinaia di anni dopo averlo commesso. Quando il 4 luglio 1776 con la Dichiarazione d'indipendenza si recidevano i legami istituzionali con la Gran Bretagna, dando ufficialmente vita agli Stati Uniti, c’erano circa un milione di schiavi neri, soprattutto negli Stati del Sud. Nel 1861, anno in cui iniziò la guerra di secessione, gli schiavi erano 5 milioni. Fino a quando viene introdotto,nel 1965, il VotingRightsAct, la legge sul diritto di voto siglata dal presidente Johnson. Ma non è stato sufficienteCome si lega la storia degli Usa all’omicidio di George Floyd?
Perché le manifestazioni continuano in America ?Perché molte città degli Stati Uniti sono state trasformate in un conflitto militare. Per tutelare il diritto alla manifestazione pacifica invece bisognerebbe costruire un dialogo tra le forze dell’ordine e gli organizzatori della manifestazione. In modo da isolare per tempo i violenti. Ma le rivolte , come anche i saccheggi, sono una reazione delle minoranze che sono escluse, e continuano ad esserlo, da ogni meccanismo di potere. È il linguaggio delle minoranze che continuamente vengono sottoposte a ingiustizie evidenti che non trovano risposta. Come si rompe il circolo vizioso?I peccati vanno espiati, altrimenti rimangono lì con tutte le loro conseguenze. Ma sembra che gli Usa non abbiano alcuna intenzione di espiare razzismo altrimenti Trump non sarebbe stato eletto. La polizia, inoltre, viene proprio intesa come strumento di difesa del privilegio, quindi in molti, indipendentemente dal fatto che siano repubblicani o democratici, non vogliono far a meno di quel privilegio lì. Il privilegio del benessere e della ricchezza contro una popolazione senza diritti alla salute e sempre più povera. Il privilegio di belle case, parchi puliti, enormi centri commerciali, fantascientifiche palestre, contro 50 milioni di poveri, sfruttati, che vivono in periferie sempre più deprivate e luride. Il privilegio del “sogno americano” contro la speranza di un pasto caldo nelle mense dei poveri che si moltiplicano per numero ma perdono finanziamenti e qualità. L’idea che con il lavoro, lo studio, l’impegno chiunque possa fare ciò che vuole. Un sogno che univa tutti, al di la delle divisioni, e dava comuni obiettivi. Il problema è che, oggi, l’America questo sogno non lo immagina più . Gli rimane la violenza.

Leo Nodari