Sono un pianista di piano bar, che suonerà finché lo vuoi seguire, …”, cantava all’inizio degli anni ’70 Francesco De Gregori, una delle più belle voci italiane. Che il pianobar non l’ha fatto mai ma ne è sempre stato affascinato come tutti.Perchè le serate nei pianobar mantenevano sempre la promessa di momenti divertenti e incontri interessanti.Al centro di una sala, a volte anche minuscola, faceva bella mostra di sè il pianoforte a coda, indispensabile oggetto di arredamento prima ancora che strumento musicale. Intorno al piano erano sistemati quattro o cinque sgabelli, sui quali prendevano posto i più fortunati, di solito le più fortunate, illuminati a malapena dall’immancabile lampada con il paralume in stoffa che pendeva dal soffitto appesa ad una corda. Un cameriere svelto, attento e cordiale curava le pubbliche relazioni servendo cocktail accompagnati da noccioline americane, il barman era un confidente molto richiesto.Al centro dell’attenzione c’era lui, il pianista di pianobar. Non esistevano ancora le moderne tastiere elettroniche in grado di riprodurre basi musicali o accompagnamenti automatici, le canzoni venivano eseguite al pianoforte con l’ausilio di una batteria elettronica e un microfono. Altri microfoni comparivano all’occorrenza per cantanti e coristi improvvisati.Ilrepertorio era vastissimo, si andava dagli ultimi successi alla musica degli anni sessanta e settanta, da quella sudamericana ai classici americani evergreen. Molto Lucio Battisti, Claudio Baglioni, Pino Daniele e Renato Zero per cantare tutti insieme. A volte un brano raggiungeva improvvisamente un successo tale da non poter essere ignorato e veniva eseguito più volte durante la stessa sera, salvo poi essere dimenticato da tutti e mai più richiesto. Per brevi periodi le mode hanno portato ventate di novità destinate però a fugaci apparizioni finite poi nella memoria di ascoltatori dal palato fine. Fabio Concato con i suoi piccoli capolavori, Sergio Caputo con il suo swing particolarmente adatto ad essere eseguito al pianoforte, ed altri artisti meno prolifici come Marco Ferradini (“Prendi una donna, dille che l’ami, scrivile canzoni d’amore…”) e Gianni Togni (“E guardo il mondo da un oblò, mi annoio un po’”).Bravissimo era Sergio Cammariere, che si esibiva in coppia con un collega e poteva vantare in repertorio brani suggestivi che richiedevano eccellente preparazione. Altri nomi noti di quegli anni erano Stefano Palatresie Rita Forte. Voce e tecnica musicale non potevano mancare, ma le doti indispensabile per un pianista di pianobar di successo erano la simpatia e il riuscire a coinvolgere il pubblico in canti e balli. Il pianobar non era un luogo dove ascoltare concerti, spesso rappresentava la zona nobile delle grandi discoteche dove continuare a divertirsi in piena spensieratezza. A fine serata capitava di vedere distinti professionisti con la cravatta allentata cantare a squarciagola “O surdato ‘nnammurato” o “Azzurro” di Celentano.A differenza di allora ci sono oggi molte band che si esibiscono dal vivo con musicisti ben preparati ed è certamente interessante andare ad ascoltare gruppi funky, rock, pop e persino reggae, ma quell’atmosfera di goliardica complicità che si respirava allora nei pianobar sembrava definitivamente sepolta nei ricordi di chi ha avuto la fortuna di assaporarla. Fino a quando non è arrivato il covid a squassare tutto e riportarci indietro a quelle magiche atmosfere. Così ora comprendiamo che per divertirsi non servono mega impianti, mega palchi, mega servizi. Una bella location come il Lido Atlantic di Roseto degli Abruzzi e una splendida voce come quella di Francesca “the voice” Martinelli possono dare vita ad una serata splendida con tanta bella musica e tanto divertimento. Il piano bar è da sempre uno dei tanti generi di intrattenimento,attualmente molto di moda. E quest’anno queste serate saranno le regine dell’estate. Non si tratta di serate danzanti, ma di musica fatta per essere ascoltata, un sottofondo che spesso può trasformarsi in divertenti karaoke e balli, ma l’ideale è un ambiente ristretto e con un numero limitato di persone.Gestire una serata al piano bar non è semplice perché il musicista deve tener conto delle persone che partecipano e quindi dovrà proporre musica che riesca a intrattenere e coinvolgere tutto il pubblico presente. In questo l’esperienza e la bravura di Francesca Martinelli fa la differenza. Di solito la serata inizia con brani lenti e soffusi, di sottofondo, per dare modo alle persone di mangiare, ascoltando musica e allo stesso tempo poter conversare; successivamente la musica può essere più ritmata per permettere ai presenti anche di ballare e divertirsi.Possiamo dire che, con lei sul palco, una serata musicale di Piano Bar si trasforma in una definizione per eccellenza dell’intrattenimento musicale. Se cercate ungruppo musicale per deliziarvi con questa magica tipologia di serata, Francesca è la persona giusta al posto giusto. La sua bravura ed eleganza è la cornice ideale per ogni tipo di evento. La presenza elegante e l’atmosfera riservata che crea ne fanno il giusto contornoper un ambiente rilassante e una serata divertente.Nell’affascinante atmosfera di una serata ricca dei brani più famosi della musica italiana le serate prendono vita con l’estro di una regina di questo settore musicale. Tutte le sere - grazie al suo intrattenimento musicale rigorosamente live - diventano serate eccellenti e divertenti, con ottima musica dal vivo tutti intorno ad un pianoforte , scatenandosi su richiesta per ballare e cantare fino alle prime luci dell’alba. In una atmosfera ideale per eventi serali quali aperitivi, apericena, feste di compleanno, ricorrenze ed anniversari.