La metà dei contagi di Covid-19 del mondo si verifica nei paesi dell’America Latina. Duemila morti al giorno e un totale che, per gli studiosi, toccherà i 500mila a ottobre 2020. Povertà, disuguaglianza e scelte politiche sono alla base di questa emergenza. Nelle aree urbane sovraffollate è impossibile mantenere le distanze e i servizi igienici non esistono. In alcuni paesi non sono assicurate le cure mediche, in altri non si fanno abbastanza test. A preoccupare sono anche i possibili disordini provocati dalla crisi economica e sociale: la Banca mondiale ha stimato che a a causa dell’emergenza sanitaria il reddito di 50 milioni di persone scenderà sotto la soglia di povertà.
Intanto arriva una notizia a lungo attesa. E’ record ! E’ record ! Multinazionali del legno per i nostri mobili a poco prezzo; allevatori di bovini per gli hamburger da 1 dollaro; imprese minerarie per i nostri gioielli della comunione – perché è cosa nota che per incontrare Gesù bisogna coprirsi di oro - si sono battuti strenuamente. Non è stato facile lottare nella giungla amazzonica. Una lotta giornaliera, giorno dopo giorno, vita dopo vita, diritto dopo diritto, bambino dopo anziano, è stata dura. Ma alla fine grazie al Trump brasileiro, ce l’hanno fatta. E’ record. Brucia un bosco li. Incendia le barche giù. Brucia un villaggio la. Crocifiggi tre missionari di qua. Violenta delle donne a destra. Bastona i bambini a sinistra. Manda l’esercito su. Invia i mercenari paramilitari di giù. Nell’indifferenza più totale . Nel silenzio talmente forte da essere brutale . Nel vuoto di informazione. Coperti dal virus pandemico. E’ stata dura ma alla fine ce l’hanno fatto. E’ ora è grande gioia. Oggi è record.
Il 56% dei 182 indios della tribù Arara che vivono in una riserva nell’Amazzonia brasiliana, sono morti. Era la tribù più pura. A contatto con l’uomo bianco solo da 25 anni. Era la tribù più sacra. Protettori della foresta. Erano i detentori dei segreti dei medicinali segreti, delle piante miracolose, delle foglie che curano ogni cosa. Ma oggi è record. E’ record. Una tribù sterminata in un anno in un luogo inaccessibile non era semplice. Secondo Medici senza frontiera 72 di loro sono stati infettati volontariamente. Grandeeeeee Trump americano. Chi poteva arrivare a tanto. Infettare una tribù è stata una grande idea. Giustamente si sarà detto: perché inviare costose missioni per dare fuoco all’amazzonia, ai missionari, perché rischiare vite per solcare il pericoloso fiume. Quando bastava infettarli tutti e farli morire. Certamente non protesteranno gli americani contanti di mangiare hambueger a basso costo.; certamente non si lamenteranno gli europei se la collanina costa tre euro di meno; non protesterà l’organizzazione della sanità alla catena degli United States; non diranno nulla i porci vescovi cattolici bianchi presi dai pensieri su come rubarsi contributi e comparsi vino e cocaina. Per loro, le loro troie e i corrotti del loro gruppo di merda. Quel bastardo Trump brasiliano avrà pensato: se muoiono 100 indios non piangerà nessuno. Grandeeee. Nessuno ha pianto. Una notizia potenzialmente devastante per la tribù, entrata per la prima volta in contatto con gli esterni solo nel 1995 e quindi particolarmente vulnerabile alle malattie importate.
Infettare una tribù intera è da record. Sicuramente ora ci fanno un film Sempre secondo gli esperti di Survival non è una coincidenza il fatto che la riserva sia uno dei territori più ricchi e oggi più invasi dell'intera Amazzonia: all'interno dei suoi confini operano illegalmente centinaia di trafficanti di legname, accaparratori di terra, allevatori e colonizzatori. All'avamposto medico dei Gesuiti non ci sono medicine, né respiratori. Sono al collasso . Sterminare una tribù non era semplice. È una lotta quotidiana per la sopravvivenza, non solo per il Covid-19 ma anche perché le leggi vengono smantellate, la demarcazione e la protezione dei territori vengono bloccate, le terre e le vite vengono prese di mira, i capi vengono assassinati, e il governo federale è complice. Solo Fiona Watson, Direttrice di Survival International, e il COIAB, l'organo di coordinamento delle organizzazioni indigene dell'Amazzonia brasiliana denunciano ciò che accade . Mentre il Presidente Bolsonaro sta incoraggiando la distruzione di un popolo un tempo fiorente, e della foresta che gli Arara hanno gestito e di cui si sono presi cura per millenni. Per resistere a questo genocidio hanno disperatamente bisogno della solidarietà brasiliana e internazionale. Ingenui.
Leo Nodari