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OfficinalegaliI numeri sono i numeri. E dicono che oltre 200.000 persone – soprattutto studenti  delle scuole – hanno visto, ascoltato parzialmente o per intero le 30 interviste - lezioni che il Premio Borsellino ha messo in rete dal 25 aprile al 23 maggio Visto il grande successo del primo ciclo di video testimonianze andato oltre ogni previsione, dal 13 al 19 luglio torna il progetto “Officina della legalità”, con testimonianze d’impegno concreto contro le mafie, e video per ricordare Paolo Borsellino e via D’Amelio  

Il Presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra; il Procuratore della Direzione Antimafia di Milano Alessandra Dolci; il Procuratore aggiunto della dda di Palermo Vittorio Teresie il membro del pool antimafia di PalermoGiuseppe Di Lello(che hanno lavorato con Borsellino); il g.i.p. di Roma Giacomo Ebner; la testimone e familiare di una vittima di mafia Stefania Grassoil giornalista Klaus Davi;  sono alcuni dei nomi eccellenti che ricorderanno Paolo Borsellino, dal 13 al 19 luglio, nelle video – interviste curate da Graziano Fabrizi  e Gabriella Sperandio per il progetto educativo “Officina della legalità” del 25° Premio Borsellino. Dopo il grande successo delle 30 lezioni – intervista realizzate in esclusiva e messe in rete dal 25 aprile  al 23 maggio  principalmente  rivolte alle scuole abruzzesi, viste sulle diverse piattaforme social  da  oltre  200.000 personedal 13 al 19 luglio  ancora lezioni per ricordare Paolo Borsellino e via D’Amelio  

Tutte le 40 interviste registrate, saranno riversate su due cd di 1 ora,e donate gratuitamente  alle scuole superiori abruzzesi e alle scuole che ne faranno richiesta, per le lezioni di educazione civica e educazione alla legalità . 

L’educazione alla legalità costituisce il principio fondante dell’intera struttura sociale; attraverso le attività idonee, con la formazione e i progetti, si deve mirare a far progredire culturalmente e eticamente i futuri cittadini; onde favorire l’assunzione di responsabilità di ciascuno rispetto alla tutela dei beni di tutti. Con l’emergenza Coronavirus e l’impoverimento del tessuto socio-economico in molte realtà del nostro Paese, il pericolo di un rafforzamento pervasivo del sistema criminale è sempre più realistico. Spaccio di stupefacenti, riciclo di denaro, gestione appalti, prestiti usurai e finanza occulta sono alcune delle attività con cui la malavita prospera, approfittando anche dell’impiego di molte unità operative delle forze dell’ordine nell’azione necessaria di contenimento della pandemia. Fino a dieci anni fa, sembrava impossibile parlare di alcune regioni come terra di mafia; adesso invece bisogna affrontare con forza e decisione tale minaccia in tutta Italia. Il problema più grave sta nel minimizzare la portata del fenomeno. Sarà stata questa la chiave del grande successo che  sta riscuotendo il progetto di educazione alle legalità e alla cittadinanza attiva   Officina Legalità 2020 - Individualità e Testimonianze” che  iPremio Nazionale Paolo Borsellino sta sviluppando  via streaming per le scuole  abruzzesi – potenzialmente di tutta Italia - in collaborazione con l’IPSSEOA “De Cecco” di Pescara e l’I.I.S. Vincenzo Moretti di Roseto degli Abruzzi. 

Una platea di oltre 200 mila persone, soprattutto giovani, hanno già incrociato in 30 giorni i testimoni, magistrati, giornalisti, docenti, sacerdoti,  che in tutti questi anni hanno onorato gli incontri nelle scuole con la loro presenza e che oggi, in un modo diverso, hanno voluto esserci dal 25 aprile al 23 maggio rispondendo alle domande del docente liceale Graziano Fabrizi che ha curato i video con  Gabriella Sperandio dell’associazione “Falcone e Borsellino”  promotrice della fortunata iniziativa

Il Premio Borsellino non poteva dimenticare  la strage di Via D’Amelio con i suoi misteri e depistaggi. L’Italia ha una storia che è anche una storia criminale . E questa è una consapevolezza di cui dobbiamo prendere atto. Il depistaggio di via d’Amelio, come dice la sentenza, è il più grave della storia italiana perché per la prima volta non sono solo state deviate e inquinate le indagini  ma soprattutto perché si è costruito a tavolino un falso colpevole al quale è stata attribuita tutta la responsabilità. E sulla base di questo teorema, totalmente campato in aria, sono stati portati alla sbarra dei delinquenti mafiosi, ma non i responsabili della strage, per coprire i veri colpevoli, e soprattutto i veri mandanti. Proprio per questo, non si è ancora raggiunta la verità su quanto accaduto in quei 57 giorni che hanno separato la bomba di Capaci da quella di via d’Amelio. Né su quanto di misterioso è accaduto nel corso dei mesi e degli anni a seguire con le prime indagini e i primi processi. Il caso della strage di via d’Amelio, infatti, come tutte le altri stragi italiane, si risolve se si riesce a individuare la matrice.  Tra la pagina facebook del Premio, IstagramYoutubee tutti i principali social  frequentati dai giovani - questa iniziativa che, nell’attuale periodo di transizione, diffonde la cultura dell’impegno, della solidarietà, della testimonianza, della partecipazione e della legalitàper un Paese migliore. Pur dovendo rinunciare ai tradizionali strumenti, con i quali da ormai 28 anni il Premio Borsellino i video dell’ “Officina della Legalità” del Premio Borsellino – come da accordi stipulati con il Presidente Foa lo scorso  anno - sonostati inoltre inseriti nel progetto Il coraggio di ogni giorno promosso dal 18 al 23 maggio da  Rai, Ministero dell’Istruzione e Fondazione Falcone,  per commemorare le vittime delle stragi mafiose di Capaci e via D’Amelio. Oltre all’intervista esclusiva con il fratello di Peppino Impastato – andato in onda su Rai Play - per la giornata del 28esimo anniversario degli attentati mafiosi, il 23 maggio, è stato messo in onda  - di mattina, pomeriggio e sera - sull’emittente Rete8  uno speciale “23 maggio”  aperto dal Prefetto Luigi Savina e Tina Montinaromoglie di Antonio, il capo scorta del giudice Falcone , e chiuso dal generale Angiolo Pellegrini e dal magistrato Leonardo Guarnotta, con 15 testimoni nazionali  che hanno ricordato il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, il giudice Paolo Borsellino e gli agenti di scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi e Claudio Traina.