Ha istigato e indotto con minacce del tipo “ti ammazzo la famiglia” due minori reggiane a realizzare e inviargli via internet filmati e fotografie ritraenti le stesse in pose intime e a sfondo sessuale che poi divulgava a terze persone per il tramite del social Telegram. Un’illecita condotta probabilmente non limitata alle solo due minori reggiane giacché come emerso dalle indagini nel suo smartphone e sulla scheda SD inserita è stato rinvenuto ingente materiale pedopornografico ritraente ragazze minori in pose intime e atteggiamenti a sfondo sessuale (alcune centinaia di foto e una ventina di video). Plurimi adescamenti di minorenni, molte in corso di identificazione, che l’uomo poi minacciava ottenendo materiale a contenuto pedopornografico. Le risultanze dei sensibili e meticolosi accertamenti e riscontri svolti dai Carabinieri della Tenenza di Scandiano, supportati da indagini tecniche di natura telematica, sono state condivise dalla Procura della Repubblica di Bologna, Autorità Giudiziaria competente in ordine ai reati di natura sessuale commessi in danno di minorenni, hanno visto quest’ultima richiedere al Tribunale - Ufficio GIP di Bologna – un provvedimento restrittivo di natura cautelare in regime di arresti domiciliari con il divieto assoluto di utilizzo di qualsiasi strumentazione idonea ad accedere in Internet. Provvedimento che è stato eseguito dai carabinieri della compagnia di Alba Adriatica nel cui territorio vive il 25enne teramano finito in manette. L’indagine dei carabinieri di Scandiano parte lo scorso mese di aprile quando alla caserma una minorenne, accompagnata dalla mamma, presenta denuncia contro ignoti per adescamento in Internet. In sintesi la minore iscritta ad un gruppo sul social network Telegram, veniva contattata da uno degli iscritti che ben presto ha incominciato a chiederle l’invio di foto intime minacciando che, in caso contrario, avrebbe ammazzato la famiglia. Ottenute le foto sebbene bloccato ricontattava con altro nick la vittima con le stesse richieste minacciando di diffondere le foto già in suo possesso. L’identificazione dell’adescatore a cura dei carabinieri della tenenza di Scandiano vedeva questi ultimi dare corso, con il supporto dei colleghi della Compagnia di Alba Adriatica, a una perquisizione a carico dell’indagato che portava al sequestro del suo smartphone e di un computer portatile. L’esame del materiale informatico sequestrato portava al rinvenimento di ingente materiale pedopornografico tra cui quello facente riferimento alla denunciante e quello di altre minori tra le quali una identificata dai carabinieri. Numerose anche le chat a sfondo sessuale avute dall’indagato con numerose altre ragazzine in corso di identificazione. I riscontri investigativi dei carabinieri scandianesi condivisi dalla Procura Felsinea hanno visto quest’ultima richiedere e ottenere dal Tribunale - Ufficio GIP di Bologna – un provvedimento restrittivo di natura cautelare in regime di arresti domiciliari che ieri è stato eseguito dai carabinieri teramani che hanno arrestato il 25enne accusato dei reati di pedopornografia, adescamento di minori e detenzione di materiale pedopornografico. Le indagini, mai come in questo caso complesse quanto particolari alla luce della minore età delle vittime sono tuttora in attesa di ulteriori sviluppi ritenendo infatti che quanto accertato rappresenti drammaticamente soltanto una piccola parte di una più ampia attività di adescamento che potrebbe aver riguardato numerose altre minori.