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Faiteramo

Il FAI è nato da un forte desiderio di proteggere la bellezza del nostro Paese, per tutelare luoghi speciali, che tutto il mondo ci invidia, ma anche per dare valore a beni minori troppo spesso dimenticati. 

Per questo, nel corso degli anni, la attività si è diversificata. Non solo ci prendiamo cura dei luoghi che ci vengono affidati tramite lasciti o donazioni ma ci occupiamo per esempio di far conoscere beni particolari, generalmente inaccessibili, aprendoli durante le Giornate FAI; di segnalare alle Istituzioni i beni più amati dai cittadini che li votano durante il censimento “I Luoghi del Cuore”; o, ancora, di sottoscrivere convenzioni riservate ai nostri iscritti per ingressi scontati presso tante realtà culturali italiane, siano esse gallerie, teatri, dimore storiche, musei e così via. 

Perché i luoghi, ogni luogo, è il nostro specchio e conoscerlo e averne cura significa occuparci di noi stessi, della nostra stessa vita.

Quest’anno l’appuntamento con l’Italia più bella si è fatto in 4! Per permettere a tutti di visitare in sicurezza 1.000 luoghi straordinari del nostro Paese, le Giornate FAI d’Autunno raddoppiano su due weekend: 17 e 18 e 24 e 25 ottobre. Un’occasione da non perdere per tornare a scoprire luoghi ancora poco conosciuti del nostro Paese e sostenere la missione del FAI, in quanto l'evento si inquadra come raccolta pubblica di fondi occasionale. Per garantire un sereno svolgimento delle giornate di manifestazione, dal 6 ottobre grazie a una donazione di 3€ sarà possibile prenotare la propria visita sul sito www.giornatefai.it. La prenotazione, seppur fortemente consigliata, non è obbligatoria

A  TERAMO  IL LUOGO DEL CUORE FAI 2020 E’ L’ ISTITUTO REGINA MARGHERITA

La storia dell’edificio che ospitò l’Istituto Regina Margherita attraversa diversi secoli. Prima fu monastero benedettino i con il titolo di “san Benedetto abate”, poi fu abitato dai gesuiti dal 1570 al 1573, anno in cui passò ai cappuccini fino alla soppressione nel 1811. Riaperto nel 1816, fu chiuso definitivamente nel 1866 e ceduto al Comune di Teramo. Successivamente, nel 1878, fu fatta una permuta di beni ed il Comune cedette alla Provincia di Teramo il convento dei Cappuccini dove sarebbero state trasferite le ragazze dell’orfanotrofio di S. Carlo, avendone in cambio l’edificio dell’orfanotrofio destinato a diventare il Nuovo Palazzo di Giustizia, oggi sede del Museo Archeologico “F. Savini”. L’inaugurazione della nuova sede dell’orfanotrofio avvenne il 14 marzo 1879. Qualche giorno prima era stato intanto approvato un nuovo Statuto e contestualmente fu approvata anche la proposta degli amministratori dell’Istituto di intitolare quest’ultimo alla Regina Margherita di Savoia, che aveva dato il suo preventivo assenso. Dal 22 agosto 1902 il complesso è stato classificato come monumento nazionale. Il nuovo orfanotrofio visse un lungo periodo di sviluppo e crescita grazie ad alcuni illuminati presidenti e grazie alle cure delle Suore della Congregazione della Carità che lo gestivano. La presenza di queste suore, che opereranno ininterrottamente nel teramano per 144 anni, caratterizzò fortemente l'attività dell'Orfanotrofio Regina Margherita e ne determinò un impulso straordinario dal punto di vista assistenziale, organizzativo e pedagogico. Le prime suore che si insediarono nella struttura furono solamente tre, a capo delle quali fu posta la ginevrina suor Stanislaa Mercier di Eviant, ma il loro numero crebbe sensibilmente negli anni che seguirono. Dagli scritti di suor Anna Tullio, membro della congregazione di religiose, emerge l’attività primaria dell’Istituto: le orfane frequentavano la scuola materna se piccole; se grandi, invece, conseguendo la licenza elementare, passavano al laboratorio nel quale eseguivano corsi di ricamo, di cucito, di rammendo, tenuti da personale specializzato. Nell'ottobre del 1921 la direzione dell'Orfanotrofio venne affidata a suor Angelina Pappano la quale fu affiancata dalla consorella suor Celestina. Essendo quest'ultima un'insegnante elementare con notevoli capacità organizzative, istituì presso l'Istituto una scuola elementare privata esterna, che ben presto arrivò ad accogliere centinaia di alunni. La scuola elementare conseguì il suo massimo sviluppo nel 1939, quando la direzione della struttura fu affidata a suor Agostina Borgonovo. Le sue capacità organizzative erano tali da coinvolgere le altre suore insegnanti, per cui la scuola fiorì oltre che per il numero, anche per la qualità della didattica. Anche la scuola materna ebbe un notevole incremento, sino ad accogliere 200 bambini, mentre la scuola elementare istruiva un totale di 350 alunni, tra esterni e interni all'Orfanotrofio. L’11 ottobre 1971 l’orfanotrofio cambiò denominazione e diventò Istituto Provinciale Femminile. Nel 1972 cessò l’attività della scuola elementare. Nel 1985 fu chiuso l’Istituto che ospitava le ragazze. La scuola materna, che comportava meno oneri finanziari, è stata gestita dalle Suore di Carità fino alla loro partenza da Teramo nel 1989. Poi, per un anno, essa è stata affidata alle Suore Missionarie della Fede alle quali è succeduta una amministrazione laica che ha operato fino al 1994. Da quell’anno l’edificio della scuola materna è stato dato in uso alla scuola per l’infanzia “Gemma Marconi”. Caso unico nella storia degli istituti socio-sanitari della Città, non essendo mai stata assorbita dagli Ospedali ed istituti riuniti di Teramo, l'amministrazione autonoma della struttura, è attualmente confluita nell'Azienda pubblica per i servizi alla persona 1 di Teramo (ASP 1), ai sensi di quanto previsto dalla legge 8 novembre 2000 n. 328 e dal successivo decreto legislativo 4 maggio 2001 n.207.

Leo Nodari