Una settimana fa, su queste pagine, abbiamo annunciato che l'Unità di crisi della Asl aveva individuato l'ospedale di Atri quale presidio Covi della Provincia.
Una settimana fa, il Sindaco di Atri, Piergiorgio Ferretti,diffondeva questa nota: «Sento il dovere urgente di comunicare che quanto comunicato dalla testata certastampa secondo cui l'ospedale di Atri sarebbe destinato nuovamente a ospedale covid non corrispondono al vero e l'unità di crisi è stata interrotta da una telefonata del Presidente Marsilio che ringrazio per la saggezza, e che ha comunicato che i pazienti saranno trasferiti presso l'ospedale di Pescara all'uopo destinato. “
Oggi, la Asl comunica: Questa mattina l’unità di crisi della ASL di Teramo, con una proposta condivisa tra il Comune di Atri e l’alta direzione aziendale, ha determinato quale presidio di ausilio all’ospedale di Teramo l’Ospedale San Liberatore di Atri, presidio nel quale saranno garantiti quaranta posti Covid non in terapia intensiva. A tale scopo sarà destinata solamente una parte dell’ala vecchia del Presidio Ospedaliero, precisamente l’ala est, che sarà completamente separata dall’altra ala con ingressi e percorsi distinti, garantendo il totale isolamento l’uno dall’altro. Il Centro di Salute Mentale verrà spostato nei locali del Comune di Atri nei prossimi giorni e comunque durante i lavori per l’adeguamento dell’ala.
Oggi, il Sindaco di Atri scrive; “Questa proposta – commenta il Sindaco di Atri, Piergiorgio Ferretti - è stata condivisa proprio per rispondere nuovamente a quella che è un’emergenza nazionale, ma senza interrompere la cura di tutte le altre patologie, come più volte ho ribadito e sollecitato, l’esigenza delle comunità di cui il San Liberatore è bacino è quella che non vengano fermate le altre prestazioni sulla cura delle altre problematiche, considerando che il nostro ospedale è quello che offre più prestazioni di quelli periferici e che le altre patologie, a seguito ai ritardi dovuti alla prima fase dell’emergenza, in tutti i nosocomi purtroppo, sono aumentati e si sono aggravati. Una condivisione che viene anche dal senso di civiltà che questa popolazione ha sempre espresso e continua a esprimere e anche dall’alta professionalità dimostrata nel primo periodo dell’emergenza. Il personale sanitario sarà reperito mediante co.co.co. per i medici, mentre gli infermieri e gli OSS saranno reperiti da tutti i presidi mediante accorpamento di tutte le chirurgie aziendali. Si auspica naturalmente che non si inizi dall’accorpamento delle chirurgie atriane che, come detto, oggi continuano a essere quelle che offrono il maggior numero di prestazioni di tutti i presidi periferici e anche perché è opportuno che tutti i presidi facciano la loro parte. Voglio rassicurare i cittadini sul fatto che i posti che saranno destinati ai pazienti Covid si trovano in un’ala completamente distinta da quella dedicata alla normale vita ospedaliera. Possiamo considerare le due zone del nostro nosocomio come due fortezze in termini di sicurezza, ci saranno percorsi separati da divisori, con corridoi distinti, ascensori separati e non vi sarà nessuna intersezione. Anche il servizio di radiologia per i pazienti Covid sarà separato, ci sarà infatti una TAC esterna con medici appositamente dedicati. In sintesi sarà come avere due ospedali completamente distinti l’uno dall’altro”.