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SORRISIIl grado di felicità e serenità percepite potrebbe dipendere dal corredo genetico, anche se è quasi impossibile alterare le manifestazioni genetiche per migliorare questi aspetti. A ipotizzarlo è uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Genetics, condotto dagli esperti della Vrije Universiteit Netherlands, che hanno individuato le regioni genetiche che potrebbero essere collegate all’espressione di sentimenti legati alla soddisfazione. “Geni ed emozioni sembrano essere strettamente correlati – afferma Meike Bartels della Vrije Universiteit Netherlands – dai nostri risultati sono emerse diverse varianti ereditarie per la soddisfazione e diverse posizioni del genoma umano che possono spiegare diversi gradi di azioni nevrotiche.

Il team ha coinvolto circa 300 mila persone, sottoposte a indagini genomiche e misurazioni del grado di soddisfazione e benessere. “Abbiamo scoperto 20 regioni legate alla soddisfazione collegate al genoma – commenta l’esperta – ma sappiamo che le influenze ambientali esterne influiscono direttamente sul modo in cui i geni si presentano. La maggior parte dei fattori ambientali – sostiene la scienziata – è legata a influenze genetiche. Conoscere la posizione dei singoli geni solleva preoccupazioni etiche sulla possibilità di alterare il codice genetico, ma è importante precisare che l’assenza di questi cromosomi non implica l’impossibilità di provare sentimenti positivi”.

Uno studio separato ha valutato che i geni costituiscono il 40 percento del potenziale dei sentimenti positivi. “Il 60 percento della felicità che percepiamo – afferma Susan Zinn dell’Università di Santa Monica, in California – è attribuito allo stile di vita e ad altre influenze esterne. Si tratta di una serie di scelte, non diverse da quelle che compiamo per decidere come vestirci o cosa mangiare. Per raggiungere una parvenza di felicità è fondamentale abbandonare la ricerca della perfezione e della realizzazione”. La scienziata afferma che per la cultura americana è abbastanza comune associare il piacere al successo e alla perfezione.

“Questo pilota l’attenzione su cosa si vuole fare piuttosto che sul viaggio lungo la strada – commenta Zinn – fare cose per qualcuno, invece, come dimostrano alcuni studi, aiuta a distogliere l’attenzione da se stessi e a provare sentimenti positivi”. L’autrice suggerisce la possibilità di intraprendere attività di sostegno agli altri, come l’aiuto alimentare per coloro che non hanno possibilità.

“L’esercizio fisico rappresenta un’ottima valvola di sfogo sia per il corpo che per la psiche – sostiene la ricercatrice – il movimento porta alla produzione di dopamina, una sostanza che alimenta la sensazione di benessere. Ma anche un’alimentazione sana ed equilibrata comporta una notevole influenza per l’autostima, il benessere e la conseguente sensazione di soddisfazione”. La scienziata aggiunge poi che anche il contatto con la natura può portare benefici e ridurre il senso di oppressione, favorendo la percezione del legame con l’Universo.

“Un altro fattore fondamentale – conclude Zinn – è l’atteggiamento positivo. Le persone che riescono a ridere anche nelle situazioni più complesse sono in grado di migliorare il livello di soddisfazione. Ultimo, ma non meno importante, il fattore psicologico legato alla meditazione consapevole, la filosofia e la fede sembrano aiutare a conferire un senso più profondo alle nostre esistenze”.