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Un quotidiano abruzzese pubblica oggi in prima pagina un titolo di grande effetto: test rapidi nelle farmacie abruzzesi. Al via tra pochi giorni accordo tra Federfarma e Rregione Abruzzo” .
Una gran bella notizia. Subito una gran massa di cittadini si è riversata nelle 500 attività coinvolte. Subito un punto di luce. Subito un segnale di speranza. E’ bello annunciare “Accordo raggiunto”. Cioè che è stato definito l’accordo in Abruzzo per consentire di eseguire i test rapidi COVID-19 presso le farmacie . Come avviene nel Lazio a riconferma del ruolo fondamentale delle farmacie a fianco del Servizio Sanitario Regionale . Nel Lazio un numero record di prenotazioni che si sottolinea che la partecipazione delle farmacie a tale attività è su base volontaria e i test (sierologici e tamponi rapidi) saranno eseguiti a carico del cittadino a una tariffa prestabilita.
E’ bello annunciare che l’attività sarà svolta su prenotazione all’interno della farmacia in uno spazio separato da quelli dedicati all’accoglienza dell’utenza e alla vendita, “possibilmente munito di percorsi dedicati in via esclusiva all’ingresso e all’uscita dei pazienti che intendono effettuare il test, opportunamente arieggiato in modo da garantire un costante ricircolo dell’aria, eventualmente anche mediante l’uso di apposito impianto di areazione”. Se la farmacia è sprovvista di un ambiente dedicato, potrà effettuare il tampone durante l’orario di chiusura dell’esercizio o, in alternativa, in ambiente esterno e adiacente alla farmacia, anche su suolo pubblico (gazebo, camper eccetera). La farmacia potrà anche organizzare il servizio domiciliare per l’effettuazione di entrambi i tipi di test rapido, il sierologico e l’antigenico.
In caso di positività al test eseguito in farmacia, sia esso sierologico o antigenico.
Peccato che.... forse non è proprio così  In Abruzzo non sareebb stato raggiunto ancora l'accordo. Ad oggi. E l’assalto alle Farmacie – che non ne sanno nulla - è non solo inutile, ma anche pericoloso. Avere una grande frammentarietà sanitaria a livello regionale non permette ai cittadini di avere le stesse possibilità al nord, centro e sud e quindi gli stessi diritti a causa dell’autonomia regionale nelle questioni sanitarie sancita dal Titolo V. Ed ora i farmacisti abruzzesi si alza un urlo: “Adesso basta siamo stufi di essere usati. Noi siamo in prima fila. Siamo senza vaccini e senza test ma i cittadini vengono da noi e spesso ci attaccano perché non conoscono la verità” . Cui prodest ?