• MCDONALDS
×

Avviso

Non ci sono cétégorie

AristarcoIl “Giardino dei giusti” è  un “lavoro che amo molto,così mi presenta il suo libro Daniele Aristarco, “in queste ore sono impegnato in uno splendido progetto, nato dal libro, che sta unendo più librerie in più città”

Lei ha poco pubblicato "Il giardino dei giusti"(Einaudi ragazzi), un tema importante raccontato ai ragazzi. Come si comunica con i giovani lettori?

Prima di comunicare con loro, vede, ritengo necessario ascoltarli. Creare il maggior numero possibile di occasioni per confrontarsi con le bambine e i bambini, con i ragazzi e le ragazze e stare ad ascoltare. Qualche anno fa, mi pare nel 1996, Francesco Tonucci raccontò in un libro il suo progetto di una “città dei bambini” una nuova filosofia di governo della città che assumeva i bambini come parametro utile a comprendere la città, a riprogettarla. L’assunto di quel ragionamento era questo: se una città risulta accessibile ai bambini, allora lo è per tutti. Io credo che la letteratura per l’infanzia è la vera “letteratura inclusiva”. Se una storia è piacevole, utile, propulsiva per una giovane lettrice o un giovane lettore, allora lo sarà anche per gli adulti. Mi rivolgo sempre a lettrici e lettori ampia, cercando di coinvolgere tutti in un ragionamento “trasversale” perché sono convinto che, come diceva Bruno Schulz, l’ideale deve essere quello di “maturare” verso l’infanzia. Solo questo è l’autentica maturità” 

Chi è Jack La Manna e a chi si ispira per costruire i suoi personaggi?

Jack La Manna è un personaggio di finzione, un comico newyorkese degli anni Ottanta, figlio di una coppia di ebrei sopravvissuti alla Shoah. Si tratta, quindi, di un protagonista che vive lontano, nel tempo e nello spazio, dalla notte assoluta in cui piombò l’Europa. Ed è lui a doversi confrontare con la propria memoria, quella della sua famiglia, e con i fatti del passato, avvolti dalla nebbia del tempo e dalle molte ambigue contraddizioni, conducendo così il lettore in un viaggio attraverso quattro città (New York, Parigi, Roma e Gerusalemme) alla ricerca dei Giusti tra le nazioni. E degli ingiusti, i volenterosi carnefici, i collaboratori e chi assicurò un consenso passivo allo sterminio. In questo caso, i personaggi del romanzo sono in parte immaginari, in parte di finzione. Reali sono i Giusti, alcuni dei quali italiani, (come ad esempio, Ida Brunelli Lenti). Gli altri personaggi sono ispirati a personaggi reali (spesso a più d’uno) o sommano tratti di donne e uomini, spesso bambine e bambini che realmente frequento e osservo. Ad essere interamente sincero, del protagonista del romanzo potrei dire, facendo il verso all’immenso Flaubert, “ Jack La mann c'est moi!”. Almeno un po’.

"Se uno sorride il tempo si dilata" e nel suo libro ci sono tanti momenti in cui si sorride con le storielle ebraiche.

L'umorismo yiddish ha un ruolo rilevante nella cultura ebraica e nel mio romanzo. Credo sia importante avvicinare i giovani a temi così complessi e tragici, tenendo il giusto passo, portando rispetto alla loro sensibilità, all’immaginario in formazione. Anche con il sorriso. Non bisogna omettere nulla. E non è una questione di “tono”. Si tratta di costruire le storie in un modo informato, profondo, alla portata di tutte e di tutti, spostando il peso della narrazione, per così dire, anche sulle “luci” oltre che sulle ombre. In questo caso si tratta di ombre cupissime e io credo che i giovani ( e non solo) quando ragionano sul passato stanno, contemporaneamente, costruendo futuro. Per questo motivo è necessario anche aprire spiragli di luce, indicare percorsi concreti, speranze buone che si possono realizzare. E’ questo che ci insegnano i Giusti: per quanto cupa possa essere la notte, c’è sempre un margine di azione. Le Giuste e i Giusti tra le nazioni, infatti, hanno salvato la vita a singoli ebrei o a intere famiglie, senza cavarne alcun vantaggio, spesso esponendosi a rischi incalcolabili. Hanno fatto la cosa giusta al momento giusto: hanno salvato vite. E la propria umanità.

Qualcuno ha definito "Il giardino dei giusti" corale di temi e di voci. Che cosa troviamo nel suo libro?

Non una serie di “agiografie”, dunque, una collezione di vite di eroi ma un vero e proprio romanzo dalle tinte giallesche che consentirà ai giovani lettori (ma non solo) di appassionarsi alla vicenda e di confrontarsi con la complessità del reale. Storie realmente accadute e voci che tentano di ricostruirne la complessità in maniera, appunto, “corale”. Soprattutto, non una banalizzazione del tema, non lo “stereotipo” rilassante degli “italiani (europei) brava gente”. La memoria dei Giusti non deve deresponsabilizzare un popolo o sminuire l’orrore di un’epoca. È una memoria da tenere viva perché ci parla di oggi, è una consegna. Un carrubo di cui prendersi cura, consapevoli che all’ombra di quell’albero siederanno i nostri nipoti.

Daniele Aristarco è nato a Napoli, è autore di racconti e saggi divulgativi rivolti ai ragazzi, pubblicati sia in Italia sia in Francia. Tra i suoi libri ricordiamo: Shakespeare in shorts. Dieci storie di William Shakespeare (Einaudi Ragazzi, 2016), eletto libro del mese di settembre 2016 dai radioascoltatori della trasmissione "Fahrenheit" di Radio 3; Io dico no! Storie di eroica disobbedienza (Einaudi Ragazzi, 2017), inserito nel "White Ravens" 2017 della InternationaleJugendbibliothek di Monaco; Così è Pirandello (se vi pare). I personaggi e le storie di Luigi Pirandello (Einaudi Ragazzi, 2017); Io dico sì! Storie di sfide e di futuro (Einaudi Ragazzi, 2018), Lettere a una dodicenne sul fascismo di ieri e di oggi (Einaudi Ragazzi, 2019), Io vengo da. Corale di voci straniere (Einaudi Ragazzi, 2019).

Anna Brandiferroa