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PESCATORECI VOGLIONO TOGLIERE IL DIRITTO DI PESCARE NELLE NOSTRE ACQUE, è questo il grido d’allarme lanciato dalla Sezione di Teramo della Federazione Italiana Pesca Sportiva ed Attività Subacquee.

C’è un DPR, vecchio di 24 anni, che rischia di rappresentare una seria minaccia per i ripopolamenti, e quindi la sopravvivenza, di alcune specie di pesci, tra cui anche il “Coregone di Campotosto”.

Questa legge è stata rispolverata in piena pandemia, il 2 aprile 2020, quando un Decreto Ministeriale, di interpretazione del citato DPR, ha esteso a tutto il territorio nazionale (e non più solo alle aree protette per le quali il DPR era nato) il divieto di immissione di specie alloctone (cioè non originarie delle nostre acque) come appunto il Coregone e la Trota Fario.

La storia dei Coregoni e delle Trote Fario affonda le radici in una prassi che ormai da oltre 100 anni vede costanti immissioni di queste specie per sostenere sia la “pesca professionale” a scopo alimentare e sia la pesca sportiva.

Ormai da decenni il Coregone di Campotosto rappresenta il “mezzo di sussistenza” dei pescatori professionali di quel territorio come è anche il fiore all’occhiello dei ristoranti attorno al lago.

In tanti, poi, ricorderanno il “rito” delle aperture della pesca alla trota che ridavano linfa vitale alle attività recettive (bar e ristoranti) lungo tutte le aste fluviali del nostro entroterra. Territori solitamente abbandonati ai pochi residenti e che, a partite dalla “fatidica” ultima domenica di febbraio, registravano un elevato numero di appassionati. Pescatori che, dopo una giornata alla ricerca della regina dei torrenti, usufruivano dei servizi e delle strutture di Aprati oppure di Ponte Arno o di Rocca Santa Maria, per citarne solo tre.

Cosa sta succedendo? Succede appunto che il DM 2 Aprile 2020 introduce il divieto di immissione delle specie alloctone, ed un successivo provvedimento della Regione Abruzzo, dell’aprile 2021, lo estende con effetto immediato su tutto il territorio abruzzese.

Già la tempistica fa capire la mala fede degli Uffici Regionali. Il provvedimento non viene emanato a gennaio o febbraio. Viene emanato ad Aprile. Dopo un mese dall’apertura della pesca alla trota. Dopo un mese da quando tutti gli appassionati abruzzesi hanno effettuato il versamento della tassa per l’esercizio della pesca. Correttezza avrebbe voluto che lo “STOP” alle immissioni fosse comunicato prima che “TUTTI” fossero passati alla cassa e “PAGATO” l’obolo alla Regione. Ma si sa che la “CORRETTEZZA” viene dopo le esigenze di “CASSA”. Pur in un anno di pandemia. Ma questo poteva avvenire in una Regione normale. Non in Abruzzo.

Ma vi è di più.

Il mondo della pesca è un mondo composito. Affianco a quelli che chiameremo “pescatori amatoriali” c’è tutto un altro mondo di pescatori che fanno della pesca uno SPORT. In provincia di Teramo i tesserati alla Federazione sono più di 600 per oltre 20 società affiliate. In Abruzzo i numeri arrivano ad oltre 2000 praticanti. La Provincia di Teramo vanta 3 rappresentanti su 10 del Club Azzurro di Pesca con Esche Artificiali. e 2 rappresentanti su 10 del Club Azzurro di Pesca con Esche Naturali. Come evidente gli atleti della nostra provincia sono tra i più forti della Nazione. Cosa succede ora? Succede che gli atleti non si possono più allenare nelle nostre acque. Succederà che, con ogni probabilità, andranno ad ingrassare le file di società di altre Regioni.

Ma vi è ancora di più.

La nostra provincia ha da qualche anno iniziato una azione per avvicinare al mondo della pesca (per allontanarlo da quello dei video game e del game-disorder in generale) ragazzini dagli 8 anni fino ai 17 anni. Una azione sia didattica che sportiva. Ed i risultati iniziavano ad arrivare. Ora, con la impossibilità di immettere i pesci anche nei tratti dedicati alle manifestazioni sportive tutto il ben fatto rischia di naufragare. Dove li portiamo? Fuori Regione? E’ una soluzione costosa. Forse saremo costretti a rinunciare.

Abbiamo iniziato una interlocuzione con la Politica Regionale (Emanuele Imprudente) che, in tutta onestà, ha provato a trovare una soluzione. Si è però scontrato con la “burocrazia” che, invece, ha chiuso ogni possibilità. Ancora una volta la “cecità” di qualche funzionario ha la meglio sulle idee di buon senso.

Nelle pieghe del Decreto del 2 Aprile, infatti, c’è la modalità per superare la cosa e permettere la immissione di trote e coregoni. Occorre solo la buona volontà per farlo.

E noi non ci arrediamo.

E’ per questo che abbiamo lanciato una raccolta firme per sensibilizzare la politica sia Regionale che Nazionale sul tema. Abbiamo, nel giorno di avvio della raccolta, già registrato tantissime adesioni.

Non possiamo credere che, davanti a qualche migliaio di firme, l’Assessore Imprudente ed il Presidente Marsilio rimangano inerti.

Sarebbe una sconfitta per il mondo della pesca sportiva.

Sarebbe una sconfitta per tutti i pescatori.

Ma sarebbe, a nostro avviso, una sconfitta anche per la Politica tutta che, davanti ad una legittima istanza di migliaia di appassionati, si inchinerebbe ed arrenderebbe alla interpretazione (perché di interpretazione si tratta) dei burocrati ministeriali e regionali.

FIPSAS – Sezione Provinciale di Teramo