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LATINELOQUIPer il Piano Scuola Estate 2021, fortemente voluto dal Ministro Bianchi, le docenti Maria Cristina Marroni e Rosaria Persia, titolari della cattedra di lettere nel Liceo Scientifico Delfico di Teramo, hanno ideato un progetto dal nome “Latine loqui in horto”, articolato in sei incontri di due ore e mezza, a partire dalla seconda metà di giugno e fino ai primi di luglio. Dedicato alla classe 1 B, il progetto si basa sull’insegnamento ludico del latino nel Parco Fluviale e nella Villa Comunale di Teramo.

Troppo spesso, ormai, quando si parla di scuola ci si preoccupa esclusivamente degli aspetti organizzativi e non si affronta mai il nodo centrale della questione: come fare scuola? Come far appassionare gli studenti a discipline che a molti appaiono ostiche e qualcuno considera, in modo preconcetto, superate. Basterebbe in realtà riflettere sulla storia dell’educazione, a partire dal concetto di “paideia” della cultura greca, risalendo in particolare all’insegnamento di Aristotele, per rinnovare la didattica contemporanea.

Diogene Laerzio riferisce che Aristotele “era solito dire continuamente sia agli amici sia a coloro che lo frequentavano, in qualsiasi tempo e luogo si trovasse a conversare, che la vista riceve la luce dall’aria che ci circonda, l’anima dalla scienza. Gli fu domandato quanto differiscano gli uomini colti dagli incolti e la sua risposta fu: “Tanto, quanto i vivi dai morti”. Gli fu domandato qual vantaggio mai avesse tratto dalla filosofia e rispose così: “Il fare senza che mi sia ordinato ciò che alcuni fanno per paura delle leggi”.

Nel IV canto dell’Inferno, Dante definisce Aristotele “maestro di color che sanno”, ma si potrebbe dire che Aristotele resta anche il maestro di coloro che vogliono ancora oggi imparare.

Ad Atene Aristotele fondò la sua scuola, il Liceo, in onore di Apollo Liceo o Peripato, da “peripatos” passeggiata. Il maestro faceva infatti lezione passeggiando e disquisendo con i suoi allievi in giardino e sotto un porticato. Scuola all’aperto nel temperato clima greco, con lezioni in movimento, niente di statico, come avviene purtroppo totalmente nelle nostre scuole.

Le due docenti si sono ispirate al modello aristotelico per creare un modello di insegnamento alternativo, ripassare e potenziare lo studio della lingua latina, attraverso il contatto diretto con la natura, in due luoghi simbolo della Città di Teramo. Gli alunni hanno così ripassato le declinazioni dei sostantivi e le coniugazioni giocando a pallavolo, dando vita a una vera e propria gara.

Inoltre ognuno ha scelto una citazione latina, dando seguito a un lavoro sui motti latini fatto durante tutto l’anno scolastico, per realizzare una propria t-shirt.Durante ogni lezione, poi, si sta affrontando un tema di carattere filosofico e si leggono passi di autori latini: si è partiti dal concetto di amicizia nel mondo romano del I secolo a.C., leggendo il Laelius De Amicitia di Cicerone, nella traduzione che dell’opera ha realizzato Emanuele Volpini, un alunno di 5 D, che ha partecipato all’incontro, spiegando agli alunni più piccoli i segreti per una buona traduzione.

“Per chiudere un anno molto complesso emotivamente ci è sembrato opportuno sperimentare una nuova modalità didattica al fine di favorire la maggiore socializzazione per i ragazzi di prima liceo, che quest’anno si sono visti in presenza molto poco, sia di potenziare una materia che molto ha sofferto con la didattica a distanza. Gli incontri si stanno rivelando molto positivi e divertenti, sia per gli alunni, ma anche per noi docenti”, afferma la Prof.ssa Marroni.