La Consulta degli Studenti della Provincia di Teramo, in merito alla difficile situazione creatasi nello scorso settembre presso l’I.I.S. “Alessandrini-Marino”, a causa della mancanza di aule, procurando notevoli disagi alla comunità studentesca, ha indirizzato una lettera chiarificatrice all’Amministrazione Provinciale. In particolare per richiamare l’attenzione sulla mancanza di aule, che ha impedito agli studenti della scuola di frequentare le lezioni in presenza al 100%. Anche quando la normativa vigente lo permetteva (settembre-ottobre).
Nel corso dei mesi, la Consulta ha cercato di instaurare un dialogo costruttivo con l’Amministrazione provinciale e la Dirigenza dell’Istituto, anche con un incontro in videoconferenza. Dove, purtroppo, sono emerse posizioni contrapposte fra le parti coinvolte.
Nella lettera dei rappresentanti degli studenti al Presidente della Provincia, viene ancora una volta ribadita la norma in riferimento al “diritto allo studio”, garantito dalla nostra Costituzione, che non può essere negato per inadempienze o problematiche amministrative. Il 5 luglio del corrente anno la Giunta della Consulta ha anche inviato una comunicazione via mail alla Dirigenza dell’Istituto “Alessandrini - Marino”, per chiedere se sussistesse ancora tale grave problematica, in previsione del rientro al 100% in presenza a settembre nelle aule scolastiche. Con riserva di riportare le problematiche segnalate alle istituzioni competenti. Ma alla comunicazione non è pervenuta nessuna risposta.
A riguardo, la Consulta intende conoscere: le azioni messe in campo dall’Amministrazione provinciale per la risoluzione dei disagi verificatisi nell’anno scolastico precedente; se il numero delle aule attualmente disponibile è sufficiente per il corretto svolgimento delle attività didattiche in presenza. I membri della Giunta della Consulta ricordano che, nel corso della consiliatura, sono stati sempre disponibili al dialogo, che continua a esserci. Sempre che, per effetto di una mancata risoluzione alle problematiche evidenziate, la Consulta non debba mettere in atto tutte le azioni necessarie, anche mobilitandosi, affinché l’art. 34 della Costituzione (“La scuola è aperta a tutti”), venga realmente applicato.