Il Made in Italy sta assumendo un nuovo significato anche nel campo dei videogiochi. Secondo un sondaggio dell’Associazione di categoria dell’industria dei videogiochi in Italia, il settore del gaming nel nostro Paese è cresciuto del 45% dal 2018 al 2021, arrivando a contare più di 1.600 sviluppatori e 160 case di produzione. Il sondaggio effettuato da IIDEA (Italian Interactive Digital Entertainment Association) riguarda il 5° censimento degli sviluppatori di giochi in Italia, e mostra quanto l'industria del gioco nel nostro Paese stia prosperando anche durante la pandemia.
La CEO di IIDEA, Thalita Malago, ha voluto sottolineare come nel nostro Paese questo settore stia diventando più maturo, arrivando ad avere circa il 73% di aziende attive da oltre quattro anni. In più, la costante crescita, sta portando a raggiungere fatturati di oltre 500.000€ (609.000$). Circa un’impresa su tre conta più di 10 dipendenti e una su cinque offre lavoro a più di 20 persone, mentre nel censimento effettuato nel 2018, le aziende con più di 10 persone erano solo il 17%. Gli introiti maturati complessivamente da questo settore raggiungono i 2,65 miliardi di dollari totali, crescendo del 21,9% rispetto al 2018.
L’effetto pandemia nel mondo dei software casinò online e dei videogiochi
La situazione creata dal COVID19 ha permesso ad un nuovo pubblico di entrare in contatto con il mondo dell’intrattenimento online. Molte persone sono state costrette a cambiare le proprie abitudini a causa della chiusura forzata delle attività commerciali e ludiche, avvicinandosi così al mondo del gaming e dei software casinò online per l’intrattenimento.
Se da un lato, causa pandemia, tanti nuovi utenti si sono aggiunti alla schiera dei giocatori esistenti, dall’altro si è generato un effetto indesiderato per le aziende. L’industria ha registrato un ritardo nell'esecuzione dei progetti e nella chiusura dei contratti con gli editori, investitori e partner. Ad ogni modo, il lavoro a distanza non ha causato alcun effetto negativo sul business di molte aziende e quasi il 70% continuerà a usare la modalità smartworking in futuro. Tutto il settore del gaming mondiale è stato capace di adattarsi a questa situazione fuori dal comune; il nostro Paese ha saputo dimostrare altrettanta flessibilità e spirito di adattamento.
Controllando i dati del sondaggio, solo il 36% delle aziende ha riportato ritardi nella propria produzione, mentre circa il 53% ha riferito che il Covid non ha influenzato il loro andamento. L'87% degli intervistati si è detto ottimista sul futuro dell'industria e dei loro profitti.
Il governo italiano ha iniziato a stanziare sgravi fiscali per il mondo digitale. La società IIDEA ha cominciato una collaborazione con il Ministero della Cultura e il Ministero dello Sviluppo Economico. Il primo ha pensato ad un'agevolazione fiscale del 25%, utile a coprire i costi di produzione per le case di sviluppo. Mentre il Ministero dello Sviluppo Economico, ha dato il proprio favore alla nascita di un fondo che le software house italiane potranno usare per sviluppare prototipi, con una copertura spese che arriva al 50% dei costi sostenuti.
Oggi il mondo del gaming italiano può usufruire di due grandi eventi, il Milan Games Week, che si svolge in autunno, al quale hanno partecipato circa 150.000 persone prima della pandemia, e gli Italian Video Game Awards, con sede a Pisa, in cui le software house hanno la possibilità di incontrare editori e potenziali investitori. L'anno scorso hanno partecipato all'evento più di 50 aziende.
La fiducia di finanziatori verso le realtà italiane
L'Italia conta 62,3 milioni di persone, circa 26,2 milioni di famiglie. Ci sono 16,7 milioni di giocatori, circa il 38% della popolazione; questo pone l’Italia tra i primi 10 mercati del gaming mondiale. Questi valori sono un ingrediente chiave per alimentare le fila di sviluppatori di giochi. In generale sono circa 1 milione e mezzo gli italiani assunti nel settore del gaming. In media il 62% dei ragazzi, tra gli 11 e i 14 anni, utilizza il proprio smartphone per giocare. Mentre un 67% di utenti del nostro paese, segue streamer su YouTube o su Twitch, per più di 4 ore settimanali. Il settore può generare opportunità professionali soprattutto per le giovani generazioni (il 79% dei dipendenti ha meno di 36 anni) e in diverse aree che offrono un alto valore aggiunto in termini di competenze specialistiche, come la tecnologia, l'arte e il design, così come il management e il supporto.
L’apporto economico arriva sia dagli editori di settore che da finanziamenti. Gli editori ora finanziano il 28% delle aziende, rispetto al 21% del 2018. I finanziamenti pubblici rappresentano il 24%, rispetto al 6% del 2018, e le banche ora offrono il 18% contro il 6% del 2018. Questo mostra una crescente fiducia verso le società italiane.