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JumeiDopo le proteste, la lettera. L’hanno scritta gli studenti del Delfico al Presidente della Provincia di Teramo, al Sindaco di Teramo, al Presidente della Regione Abruzzo e al Ministero dell’Istruzione e del Merito, e scrivono:
“Noi studenti del Liceo Classico "Delfico" della provincia di Teramo ci rivolgiamo a voi per esprimere il nostro profondo disagio e chiedere un intervento immediato. Il sequestro improvviso della nostra scuola non rappresenta solo la perdita di un edificio, ma ci ha privati della nostra seconda casa. Il "Delfico" è il luogo dove cresciamo, impariamo e ci prepariamo al futuro. Per noi tutti – ed in particolare per chi, come gli scriventi, frequenta l’ultimo anno e si avvicina agli Esami di Stato – rappresenta molto di più: è un rifugio, una comunità e una guida nei momenti più importanti della nostra formazione. Siamo consapevoli degli sforzi che le istituzioni stanno compiendo per trovare una soluzione, ma le proposte avanzate finora, come le lezioni pomeridiane di soli 35 minuti per un totale di tre ore che dovrebbero sostituirne sei in una sede provvisoria, non sono sufficienti né adeguate alla serietà del nostro percorso di studi. Noi maturandi abbiamo bisogno di stabilità per prepararci al meglio all'esame più importante della nostra vita scolastica. Non vogliamo passare gli ultimi mesi di un anno così cruciale spostandoci tra diverse sedi, con orari disorganizzati o lezioni ridotte. La scuola è un diritto che ci sta venendo negato. Come possiamo affrontare un percorso così impegnativo sapendo che non stiamo ricevendo la preparazione di cui abbiamo bisogno e che meritiamo? Il "Delfico" non è solo un edificio, ma parte della nostra identità. Qui abbiamo costruito ricordi, amicizie e trovato ispirazione. Il suo sequestro, senza una soluzione adeguata e immediata, ci lascia disorientati e profondamente preoccupati per il nostro futuro. Chiediamo che vengano prese misure concrete e tempestive per un rientro in sicurezza nella nostra scuola, speriamo già per noi maturandi, per i ragazzi degli anni successivi e per tutti coloro che sognavano di iniziare presto il loro percorso in questo liceo. Per questo motivo ieir pomeriggio non abbiamo partecipato alle lezioni, in segno di protesta. Siamo determinati a far sentire la nostra voce e a lottare affinché la nostra casa, il "Delfico", possa continuare ad essere il luogo accogliente che è sempre stato, per noi e per i futuri alunni. Perché la nostra scuola non muoia senza lottare.  Vi chiediamo di ascoltarci, di considerarci non solo come studenti, ma come persone che stanno costruendo il loro futuro. Abbiamo bisogno di soluzioni, non di compromessi. Rivogliamo il nostro "Delfico".

Con speranza e determinazione, 
gli studenti del Delfico.