×

Avviso

Non ci sono cétégorie

Screenshot_2024-11-21_alle_05.49.04.pngScreenshot_2024-11-21_alle_05.50.45.pngTeramo non è un paese per giovani.
A raccontare la tetra realtà dei fatti l'esperienza di Sara Ruffini e la sua attività commerciale, ennesimo esempio di una societá fallimentare.
"Polvere di stelle era il mio sogno" afferma parlando della fashion jewellery di cui è titolare, che il 7 novembre scorso ha compiuto quattro anni, durante i quali non pochi sono stati gli ostacoli e le difficoltà da superare.
"Quest'avventura è iniziata nel 2020, in pieno Covid, ma con entusiasmo e volontà ci siamo affermati fino a diventare un centro di riferimento per il pubblico femminile di ogni età."
Nata, infatti, come semplice rivendita di bijoux alla moda, per stare al passo con i tempi, Polvere di stelle si è evoluta fino ad inglobare uno studio piercing certificato, offrendo alla clientela una consulenza a tutto tondo sugli accessori preziosi.
Ma è la chiusura forzata di sei mesi a causa dei lavori del sisma il bastone tra le ruote di un crescendo che rischia di mettere la parola fine all'imprenditrice teramana ad oggi, che la fa pentire di non aver puntato sulla ristorazione.
"Da gennaio sarò costretta ad abbassare le serrande fino all'estate. Cerchiamo di pensare a superare il Natale al meglio, ma non è affatto semplice resistere con un'attività commerciale soffocata da mesi dai cantieri sul corso principale."
Nonostante la passione e le idee non le manchino, Sara Ruffini è incerta sulla futura riapertura in città.
"La voglia c'è, ma non se rimangono questi i presupposti."
La prima condizione necessaria per non chiudere definitivamente i battenti e spostarsi altrove, lamenta ancora, è l'approccio dell'Amministrazione verso i commercianti.
"Non c'è comunicazione" afferma "e una cattiva comunicazione porta purtroppo a un mala attività."
Paradossale quasi, considerando che proprio sulla comunicazione, il Comune di Teramo punta lo svolgimento della sua azione amministrativa dopo aver bandito un concorso pubblico alla ricerca di un comunicatore.
Un altro pezzo di una giovane Teramo che, lontana dai vizi, se non va via, muore.

Eugenia Di Giandomenico

Proseguono dunque,  le chiusure di esercizi commerciali storici in centro città. In corso De Michetti, a fine ottobre ha chiuso, dopo i vari annunci, il negozio di calzature Balducci operativo sin dal 1946. Gabriele Balducci ora lavora a Giulianova in un altro campo. Al suo posto, subentrerà un’altra attività, ma non di calzature, bensì di food. I lavori sono in corso. I negozi in corso San Giorgio, quasi non esistono più se si tolgono due negozi storici di abbigliamento di livello ed uno di scarpe, anche questo esistente da tempo . Non si sa dove andare per acquistare regali di Natale, se non al centro commerciale, luogo che non sempre risponde alle esigenze e quindi non rimane che affidarsi ad Amazon. balducci.jpegA pochi passi da Balducci, anche un altro negozio storico (Ma Be, ex Arcangeli) ha abbassato per sempre la saracinesca. I confetti e i regali non sono sopravvissuti alla crisi. Per alcuni commercianti è tutta colpa della chiusura del traffico di via Sant’Antonio e Largo Melatini. Sopravvivono, per ora, solo ristoranti, bar e pasticcerie. Ci sono eccellenze come Vanilla, che viene premiata dal Gambero rosso, ma la fatica per resistere è tanta 

arcangeli.jpegvanilla.jpegztl_aperta.jpegCamion e auto da mesi passano in centro per i lavori, ed è una giungla. Un via vai continuo. E ci sono poi attività che annunciano chiusura, come alcune gioiellerie che si danno due anni di tempo ancora o Felice Quaresimale che vuole resistere altri cinque anni, per chiudere non appena avrà raggiunta la pensione. Un futuro tristissimo per il centro storico, che rischia di non risollevarsii, mentre al centro commerciale Gran Sasso è stata appena istituita una nuova fermata per il bus da e per la città. Il commercio si è definitivamente spostato verso San Nicolo' a Tordino,  come forse era nei piani dell'amministrazione comunale. In questo senso si può proprio dire che il Comune ha fatto Bingo ma a spese di chi?
E.d.C.