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MANOLADIPASQUALE
Fine vita, contesto normativo e il dibattito giuridico
 Il tema del fine vita e dell’eutanasia assistita è al centro di un acceso dibattito in Italia, dove la legislazione nazionale non ha ancora disciplinato in modo organico la materia, lasciando spazio a interventi giurisprudenziali della Corte Costituzionale e a iniziative regionali. Anche l’Abruzzo potrebbe essere chiamato a discutere una legge regionale in materia, sull’esempio di altre Regioni che hanno tentato di regolamentare l’accesso al suicidio medicalmente assistito.
 
L’eutanasia e il suicidio assistito rimangono, nel nostro ordinamento, vietati dall’art. 579 e dall’art. 580 del Codice Penale, ma la Corte Costituzionale, con la storica sentenza n. 242/2019 (caso Cappato-Dj Fabo), ha aperto uno spiraglio, dichiarando l’illegittimità dell’art. 580 c.p. nella parte in cui punisce chi agevola il suicidio di una persona affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze insopportabili, e pienamente capace di autodeterminarsi. La Consulta ha così imposto al legislatore l’adozione di una normativa che regolamenti il diritto a una morte medicalmente assistita, ma a distanza di anni il Parlamento non è ancora intervenuto.
 
Il ruolo delle Regioni: cosa possono fare 
 
In assenza di una legge nazionale, alcune Regioni hanno avanzato proposte di legge per disciplinare il percorso di accesso al suicidio assistito, basandosi sui criteri stabiliti dalla Corte Costituzionale.
 Le regioni possono , nella lo

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