Più volte nei miei articoli che hanno accompagnato l’ultima campagna presidenziale statunitense, ho definito Donald Trump come il pupazzo ventriloquo nelle mani di Vladimir Putin. Questo stesso pupazzo che ora crede di essere ancora in campagna elettorale e spara fregnacce a destra e a manca perché sa bene che non ha alcun potere di negare l’aiuto al popolo ucraino, valoroso come nessuno, e al suo coraggiosissimo presidente, Volodymyr Zelens’kyj, al quale Joe Biden offrì subito la sicurezza dell’esilio per sé e i suoi più stretti collaboratori, ma rifiutò decidendo di restare a guidare la lotta di liberazione a fianco del suo popolo –l’istituzione della legge marziale, atto possibile solo in caso di guerra, sospende i diritti politici e civili, per questo motivo non ci sono più state elezioni in Ucraina, e non ci potranno essere fino a termine del conflitto, ed è per questo che gli organi politici in carica restano a operare.
Eh no, il pupazzo ventriloquo nelle mani di Putin non può nulla: a decidere sugli impegni di guerra statunitensi sono il Congresso degli Stati Uniti d’America e i generali del Pentagono. Organi che unanimemente hanno sostenuto la guerra di liberazione dall’invasore del popolo ucraino. E continueranno a farlo. Ed è per questo che il pupazzo ventriloquo nelle mani di Putin sta montando tutta questa commedia, cioè per poter poi giustificare il mancato disimpegno degli Stati Uniti d’America per colpa del Congresso e dei generali del Pentagono, che non lo fanno avvicinare neanche alla Contea di Arlington, Virginia.
Gli Stati Uniti d’America, si sappia forte e chiaro, hanno solo guadagnato da questa guerra perché i soldi stanziati al Governo Ucraino sono usciti dalla porta e rientrati dalla finestra per l’acquisto degli armamenti, permettendo così di svuotare gli arsenali statunitensi di armi ormai non più all’avanguardia e, finalmente,dirifornirli di strumenti bellici più efficaci, come dichiarò anche il senatore di ferro repubblicano MitchMcConnell, il kentuckiano che siede al Senato ininterrottamente dal 1985: sono i senatori i veri potenti della politica americana, governatori di feudi inespugnabili, che si tramandano di generazione in generazione. ÈMcConnell chein questi anni ha saldamente cucito assieme le maglie democratiche e repubblicane in Senato a favore dell’Ucraina. E il Senato non dipende mai dal Presidente, ma le decisioni del Presidente dipendono sempre dall’approvazione del Senato. La democrazia statunitense è a compartimenti stagni. Solidissima, al contrario di quello che si possa pensare dopo l’elezione di Trump, per la seconda incredibile volta.Ed è la prima repubblica indipendente democratica d’Occidente, 4 luglio1776, che ispirò persino la Rivoluzione francese, 14 luglio 1789.E non ha mai conosciuto cadute. Una sola repubblica è bastata a fare gli Stati Uniti d’America e il suo Senato. Ma si sappia forte e chiaro un’altra cosa: se è vero che il popolo americano considera chiusa la questione con il fascismo (non fanno nessuna distinzione tra fascismo e nazismo, giustamente) con la vittoria della Seconda guerra mondiale, al contrario considera un conto sempre aperto quello con il comunismo e con i russi: niente hanno più in odio gli americani dei comunisti russi: Putin per il popolo americano incarna ancora lo spettro comunista russo. Il popolo americano non si fida dei comunisti e, soprattutto, dei russi. E che si sappia forte e chiaro una terza cosa ancora: il Congresso e i generali del Pentagono non hanno nessuna intenzione di lasciare l’Ucraina in mano a Putin, tanto meno la sua ricostruzione. l pupazzo ventriloquo nelle mani di Putin può così inutilmente continuare la sua stand-up comedy: quattro anni sono un attimo, e i Midterm un lampo.
MASSIMO RIDOLFI