La Città della Musica dopo investimenti milionari non si farà più perché ci si è accorti nel febbraio 2025 che nella carta di pericolosità idraulica del 25 marzo 2020 l’edificio è passato da pericolosità media a pericolosità molto elevata.
Qualcuno si è accorto della cosa, e così il tutto viene oggi semplicemente stoppato: la Città della Musica non si farà, senza spiegare perché non venga valutata una messa in sicurezza dopo svariati milioni di investimento.
E allora che si demolisca, coerentemente all’impossibilità di utilizzo, che si rinaturalizzi la sponda del fiume, a meno che il piano dell’amministrazione non sia quello di lasciare che l’edificio si ammalori sotto i nostri occhi a memoria futura, per ricordare alle nuove generazioni che è importante sapere leggere le carte (e i piani territoriali).
Ma adesso che abbiamo imparato a leggere, ora sorge un amletico dubbio: l’intervento milionario sull’ex mercato ittico, il Museo del Mare, il cosiddetto Water Front, dove la pericolosità idraulica è la stessa e l’utilizzo antropico anche maggiore, ci siamo sbagliati anche qui? Dobbiamo fermarci?
E la trasformazione dell’ex draga, autorizzata ai fini commerciali, che praticamente è dentro il fiume? E i nuovi edifici, addirittura a uso abitativo, che stanno costruendo sul lungomare accanto all’ ex Cofa, in area a pericolosità elevata? Qui non vogliamo dire perchè si stia autorizzando e permettendo di costruire?
Un primo passo è stato fatto: abbiamo finalmente capito che esiste una pericolosità idraulica, che la città si allaga, e che i piani e gli studi esistono.
Ora si agisca coerentemente su tutti i fronti e per tutti i progetti, senza fare della pianificazione territoriale un collage inconsapevole, una zuppa di pesce misto con cozze e vongole che cozzano tra loro, a tempi alternati e a danno della comunità tutta.
Simona Barba - Consigliera comunale AVS - Radici in comune