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Mentre le strade del centro storico di Teramo si svuotano, invase dai cantieri e penalizzate dall’assenza di servizi, l’Amministrazione comunale sembra più attenta a manovre procedurali che al reale ascolto delle esigenze dei cittadini. A denunciare l’ennesimo atto di sordità istituzionale è il Consorzio Shopping in Teramo Centro, che definisce la proposta di Ordine del Giorno per il prossimo Consiglio comunale del 28 maggio come un documento “deludente e mutilato”.

Il primo segnale di una partecipazione solo di facciata arriva già dalla convocazione della seduta. Inizialmente prevista per giovedì 15 maggio — giorno di chiusura settimanale di molti negozianti — l’assemblea è stata rinviata senza spiegazioni a un mercoledì mattina, orario notoriamente ostico per chi lavora nel commercio. Una scelta che appare strategica più che casuale: rendere difficile la partecipazione significa svuotare il confronto pubblico, trasformando una seduta straordinaria in un rituale autoreferenziale.

Ma il malcontento non si ferma alla forma. Il contenuto stesso dell’Ordine del Giorno rappresenta, secondo il Consorzio, un tradimento degli impegni presi. A febbraio scorso, il Sindaco aveva sottoscritto un documento con sei proposte concrete per rivitalizzare il centro cittadino. Oggi, a distanza di oltre tre mesi, di quelle sei idee ne sopravvive solo una, declassata a “tema marginale” nella bozza della maggioranza.

Scomparsi nel nulla temi fondamentali come:

  • l’istituzione delle strisce blu nei nodi di traffico più critici,

  • l’attivazione di navette permanenti tra il parcheggio San Francesco e il centro,

  • il riutilizzo di oltre 2.000 metri quadri di spazi ex bancari per attività commerciali,

  • il rientro di uffici comunali strategici (come l’Anagrafe) nel cuore cittadino,

  • il ritorno di un trasporto urbano capillare, ecologico e realmente funzionale.

E anche là dove il Comune si dice pronto ad affrontare il problema dei cantieri post-sisma, PNRR e Superbonus, dimentica l’unica questione che davvero conta per i cittadini: tempi certi, controlli seri, conclusioni rapide.

Il risultato? Un centro storico privo di anima, ostaggio di impalcature infinite, desertificato di servizi e avvolto in un silenzio amministrativo che diventa sempre più assordante.

In questa cornice, la mancata convocazione di attori istituzionali chiave — dal Commissario alla ricostruzione al Prefetto, fino ai rappresentanti regionali e provinciali — alimenta il sospetto che non ci sia nessuna reale volontà di risolvere i problemi, ma solo di salvare la faccia.

Il Consorzio Shopping in Teramo Centro, con in testa la presidente Franca Labrecciosa, lancia un monito: «Senza dialogo vero, il centro muore». La politica, ora, è chiamata a rispondere con i fatti — non con promesse svuotate e consiglio comunali in orari proibitivi.

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