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Amuri

La collana Corale di voci altre, che prevede appunto una sola pubblicazione l’anno, continua quindi con L'amuri nun avi tituli di Gaetano Capuano, già disponibile in esclusiva sulla piattaforma Amazon (link: https://amzn.eu/d/7FSb9yD).

Per la collana Corale di voci altre, seguiranno le seguenti pubblicazioni:
2026 I giardini di Cordova di Dino Villatico.

In anteprima si pubblica di seguito la nota di postfazione dell’autore contenuta in L'amuri nun avi tituli, Letterature Indipendenti, Teramo, 2025, pp. 173-174.

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Da quando ho iniziato a scrivere queste poesie, non ho mai pensato di raccoglierle in un libro, né tantomeno di pubblicarle.

Chi si cimenta di poesia sa benissimo, che si scrive innanzi tutto per se stessi, per dare una risposta ai propri interrogativi, dubbi, riflessioni, e sinanche per dare libero sfogo alle pur minime pulsazioni che urgono nel contesto della vita.

È pur vero che nel momento della creazione uno scrivente si ritrova in uno stato di pathos emotivo che lo estranea dal mondo intorno, ma è anche vero che il più delle volte, rileggendo, ci si trova a rivivere le medesime sensazioni, belle o brutte, buone o cattive, lasciandole sul foglio bianco.

Gli scritti di questo corpo poetico, nascono dettati dall’esigenza di raccontare il proprio vissuto, per mitigare parte del travaglio interiore e, proprio per la possibile metabolizzazione dei contenuti narrati, ho ritenuto opportuno di condividerli con i lettori, per mettere a conoscenza degli aspetti di alcune malattie di decadimento cognitivo dell’essere umano.

Ovviamente, non sono rose e fiori, piuttosto sono spine per i familiari che si apprestano ad accudire i propri cari affettida menomazioni neurologichedimenticanze, deambulazione, afasia, disfagia…”, che seppure in tanti casi la mente rimane vigile, lascio immaginare il calvario a cui è sottoposto il malato, e sono del parere che ogni essere umano deve poter decidere della propria vita, senza accanimenti e forzature di carattere farmacologico e soprattutto di vivere una vita normale e non condizionata dall’essere un peso per agli altri.

I neuropsicologi lo dicono a chiare parole: “il malato, per sua sfortuna è malato, ma gli aspetti di chi accudisce, nel caso dei familiari, è traumatico e nel contempo quasi sempre insostenibile”.

Io, e le mie figlie, Chiara e Virginia, abbiamo optato per accudire in casa mia moglie e loro madre Giovanna Maria Grazia (affetta da una rara malattia degenerativa del cervello: sindrome cortico basale), pur con la piena consapevolezza dell’onere a cui andavamo incontro.

Nonostante le mille difficoltà, siamo sempre stati dell’opinione che l’ambiente familiare sarebbe stato quello più ottimale. C’è stato un momento in cui mi sono riproposto di non scrivere più, ma ogni qualvolta succedeva l’aggravarsi della malattia, ho continuato a farlo, cercando di razionalizzare, per me e le nostre due figlie, e per scuotere la coscienza intorbidita dall’evento irreversibile.

La buon’anima del caro amico e poeta Franco Loi era a  conoscenza  della  mia situazione familiare, ed era nelle sue intenzioni conoscere Giovanna e mi disse che si sarebbe fatto accompagnare a casa mia, a Varese, insieme a sua moglie Silvana, nella primavera del 2021. Lui, tranne gli ultimi quattro scritti, era a conoscenza di questo libro-diaristico, e ha voluto che gli leggessi tutti i componimenti, anche più di una volta, perché era sua intenzione di scriverne una nota.

Purtroppo, dopo la dipartita di Silvana (la moglie), non ne ha avuto più tempo, ed io non ho voluto infierire sul suo stato umorale e sulla sua cagionevole salute. Infatti, il 4 gennaio 2021, è venuto a mancare dalla vita terrena.

Ho ritenuto pregiarmi riportando fedelmente le sue attestazioni di stima nei miei confronti perché con le sue testimonianze inerenti la musicalità di questi versi, mi ha reso consapevole delle potenzialità e, nel contempo, della grande responsabilità dell’opera che stavo portando a termine: il titolo di questo libro è un dono di Loi, con il quale ho potuto ancora parlarne, con il quale ho trascorso tre ore di lettura, di intensa vicinanza reciproca, umana, fraterna, amorevole, quarantotto ore prima che spirasse.

Oltre il  ringraziamento doveroso a Loi, ringrazio le mie figlie Virginia e Chiarper l’amorevole cura e dedizione con cui hanno accudito per cinque anni la loro mamma; altresì ringrazio gli amici, e Rosa Maria Dolcimascolo per la poesia in dedica a Giovanna e soprattutto per  essere stata vicina con affetto e solidarietà alla mia famiglia durante e nel proseguo dell’odissea vissuta; e ringrazio l’amico e il critico Massimo Ridolfi per la nota editoriale e per avere fortemente creduto e perorato l’intero corpo poetico; e ringrazio l’amico e l’intelletuale Pietrangelo Buttafuoco per la prefazione e la continua stima riposta alla mia persona e alla mia opera;  infine e non per ultimi, un ringraziamento a tutti gli estimatori lettori, che ritroveranno in questi miei intimi pensieri il sentimento primordiale degli esseri umani, che in questa opera ho raccolto sotto il titolo L’amuri nun avi tituli (L’amore non ha titoli), sperando che dalla lettura possa scaturirne, ancora vitale. il sentimento di quei giorni, e magari farlo proprio e condividerlo.