Il profeta Michea visse 700 anni prima della nascita di Gesù e profetizzò che il Messia sarebbe nato a Betlemme. Dio ebbe a disposizione almeno sette secoli (e più!) per pianificare i dettagli dell’incarnazione e organizzare la venuta di Suo Figlio nel posto giusto, al momento giusto e nel modo giusto. Dio scelse Maria e Giuseppe che vivevano a Nazaret e non a Betlemme e progettò che Maria rimanesse incinta lontano dalla città della profezia. Strano che il figlio di Dio che si fa uomo, potendo scegliere dove nascere, una reggia, un palazzo con piscina, scelga di nascere in una mangiatoia di una grotta ?Papa Leone lo spiega molto bene a chi vuole ascoltare: “Natale è celebrare l’inedito che ribalta le nostre logiche e le nostre attese”.E’ semplice: basta non mondanizzare anche questa festa! Basta non mettere da parte il Festeggiato. E’ semplice: non sarà Natale se cercheremo i bagliori luccicanti, se ci riempiremo di regali, pranzi e cene e non aiuteremo almeno un povero, che assomiglia a Dio, perché a Natale Dio è venuto povero. “Non c'è Natale senza Gesù”. Papa Leone ieri è stato molto chiaro … il Natale non è un santino buonista. I regali, le luci, la cene, lo spumante da 2 euro per i poveri, i viaggi per i ricchi, i falsi sorrisi, la maglia Rocco Marocco, le scarpe Chianel sono solo un contorno. Ma la festa ha un solo perché: l'arrivo del Salvatore su questa terra. Ancora una volta Papa Leone nella tradizione Bergogliana parla forte e chiaro sul significato del Natale e non lascia spazio a interpretazioni sartoriali, vestite sull'attualità. Il Natale è il giorno di Gesù, anche se il mondo dimentica la verità più semplice: “Assistiamo a uno snaturamento del Natale”. Complici i cristianucci timidi e paurosi, tutto pantofole di giorno e minestrino la sera disposti ad annacquare in nome di un vago ecumenismo la forza dei Vangeli camuffando o nascondendo la propria identità. E l'identità del Natale sta tutta nella figura del Bambino venuto al mondo 2mila anni fa, nella notte di Betlemme: “Senza Gesù non c'è Natale” dice chiaro e forte Leone XIV. E se al centro c'è lui, allora anche tutto il contorno, cioè i suoni, le luci, le varie tradizioni locali, compresi i cibi caratteristici, tutto concorre a creare l'atmosfera della festa. Non il contrario. Si fa festa perché è nato Gesù, il figlio di Giuseppe che non è solo una bella statuina nel presepe. Il suo non è un atto d'accusa contro il consumismo. No, le parole del Papa non si fermano alla superficie ma toccano la questione decisiva: senza Gesù il Natale è solo un'illusione. Se togliamo il Figlio di Dio, Betlemme, il bambino che scegli di nascere nella mangiatoia, si spegne e tutto diventa finto, apparente. Nei giorni scorsi il Papa aveva ricordato che Maria e Giuseppe non trovarono posto in albergo a Betlemme e aveva aggiunto che è Gesù a darci la cittadinanza. Quel discorso era stato letto nel minuscolo recinto italiano, zeppo di pagani, zeppo di Vescovi atei e peccatori, zeppo di traditori serpi del potere clericale corrotto, come un segnale politico inequivocabile. Ieri il Papa ci ha spiegato, nuovamente che Gesù è venuto per i peccatori, i deboli, gli ultimi, i naufraghi ai bordi della ricchezza. Ma prima ancora mette Gesù al centro di tutto il suo pensiero: è Cristo a portare il Natale e la speranza che il Natale accende in tutte le case. Per questo l’Agostiniano e colto Leone introduce la categoria dell'avvenimento, caro a tanta tradizione e ripreso da don Luigi Giussani, uno dei maestri del Novecento. Ancora oggi, lo sappiamo, i principali motivi per cui molti aspettano il Natale sono i regali, i soldi, le "abbuffate" a tavola... Il Papa per questo ha sentito la necessità di ricordare che il Natale non è una di quelle feste che serve solo per divertirsi, ma è un giorno importante perchè questa notte è nato il nostro Salvatore, colui che viene mandato sulla Terra da Dio per sacrificarsi e quindi per salvarci dal peccato originale. E' per questo motivo che questa festa deve essere vista soprattutto come religiosa. Oltre a festeggiare è importante compiere anche gesti di solidarietà verso le persone in difficoltà, povere, malate, persone che, a causa di una mancanza, non riescono a vivere bene il Natale. Solo facendo opere di carità e buone azioni, riusciremo a vivere il vero senso del Natale. Un altro Natale è possibile ? Ci può essere ancora un Buon Natale ? O dobbiamo rassegnarci alNatale dei consumi, dei regali, degli affari, ad un Natale "pagano" tutto truccato che ha ben poco da spartire con quel Bimbo che nasce in una mangiatoia alla periferia dell'impero .
Buon Natale a tutti.
Leo Nodari

