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uniteUn numerosa rappresentanza dei docenti dell’Università di Teramo ha consegnato ufficialmente questa mattina al rettore Luciano D’Amico una lettera di protesta contro il blocco degli scatti stipendiali, in vigore da cinque anni. I docenti dell’Ateneo fanno dunque parte della schiera degli 8000 colleghi di tutta Italia che questa mattina contemporaneamente si sono riuniti nei vari rettorati per consegnare una identica lettera, rispondendo così all’appello del professor Carlo Ferraro del Politecnico di Torino per una mobilitazione fissata per il 25 giugno. La protesta, che solo casualmente ha coinciso con la sentenza di ieri della Corte Costituzionale sulla illegittimità del blocco dei contratti per gli statali, riguarda essenzialmente due punti: lo sblocco degli scatti stipendiali a partire dal 1° gennaio 2015 e il riconoscimento solo ai fini giuridici del quadriennio 2011-2014, con conseguenti effetti economici ma solo a partire da gennaio 2015 «anche per spirito di solidarietà – si legge nel documento ‒ nei riguardi di tutto il pubblico impiego che in tale quadriennio è stato sacrificato insieme a noi». I docenti, che denunciano una condizione di forte demotivazione e mortificazione, a fronte di una insostenibile burocratizzazione delle attività e dell’azzeramento dei fondi di ricerca, chiedono in sostanza ai rettori di portare avanti un’azione incisiva e concreta, facendosi portavoce in tutte le sedi, compresa la Conferenza dei rettori italiani (CRUI), della situazione in atto, delle loro richieste e delle iniziative di protesta e di sostenerle con tutti i mezzi. «A parte il danno economico – prosegue il documento – la docenza universitaria considera il perdurare del blocco solo nei suoi riguardi discriminatorio e lesivo della sua dignità, quasi che essa faccia parte della spesa improduttiva che è bene tagliare anche per il 2015». Il rettore Luciano D’Amico, che ha accolto calorosamente la delegazione dei docenti, ha condiviso pienamente lo spirito della protesta assicurando di farsene portavoce a tutti i livelli istituzionali e ha sottolineato come a fronte dei tagli degli scatti stipendiali e degli organici sia stato però richiesto ai docenti un aumento significativo delle loro attività e performance sia in termini di aumento dell’offerta formativa che delle attività e dei risultati nel settore della ricerca.