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Teramo-CalcioDello spinoso caso calcioscommesse riguardante il Teramo si parla questa mattina a tutta pagina sulla Gazzetta della Sport in due interessanti articoli a firma di Francesco Ceniti e Roberto Pelucchi. Viene ricostruita tutta la vicenda che ha portato alla combine del decisivo match di Savona del 2 Maggio, una frode sportiva definita certa dagli inquirenti della Procura di Catanzaro, a partire dal numero uno Vincenzo Lombardo, che ha da poco consegnato tutto l'ingente materiale investigativo al procuratore federale Stefano Palazzi, con il quale ha un ottimo rapporto di collaborazione. Negli atti, come sottolinea il giornalista Ceniti, c’è un passaggio pericoloso per il Teramo: non i complimenti fatti da Di Nicola al presidente dopo il 2-0 di Savona (sul cellulare di Di Giuseppe che risponde e passa il telefono al patron), ma la visita nell’ufficio di Campitelli dieci giorni dopo la presunta combine. Il fatto è provato dalla cella agganciata dal telefono di Di Nicola (parla con Barghigiani in attesa dei soldi) che poi in una chiamata dice proprio di essere "fuori dalla porta del presidente, lui è dentro con un giornalista". Per l’accusa la visita non è di cortesia, ma per riscuotere i soldi della combine. Proprio Barghigiani, collaboratore di mercato del Savona, si lamenta sul mancato pagamento in anticipo, ma alla fine l'accordo si trova. In tutto questo racconto mancherebbe però la voce di Campitelli, il presidente del Teramo. Per un motivo semplice: non è intercettato perché non parla mai con Di Nicola. Per la Procura, come sottolinea ancora il giornalista della 'Rosa', le mosse di Di Giuseppe sono autorizzate dal capo, ma questo collegamento è una deduzione degli inquirenti, senza riscontri diretti. La difesa farà leva su questo buco per far passare la tesi opposta: Di Giuseppe si è mosso in autonomia, spendendo il nome del presidente in modo da dare credibilità alla trattativa, ma in realtà tutto si è svolto all’insaputa del numero uno.   Molto interessante l'articolo di spalla a firma di Pelucchi che pubblica stralci di intercettazioni tra Ercole Di Nicola (ex ds de L'Aquila) e Davide Matteini (calciatore che ha chiuso quest'anno la carriera in Serie D nell'Atletico San Paolo Padova). I due si sarebbero mossi in un primo momento per corrompere i giocatori del Savona Marco Cabeccia e Alessandro Marchetti, che però hanno prontamente rifiutato, come sottolineò pubblicamente anche il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Vincenzo Lombardo lo scorso 11 Giugno.   Matteini: si... niente... ho parlato... ho parlato solamente con l’isolano (Cabeccia, ndr) perché l’altro non si è nemmeno presentato. Di Nicola: l’altro chi? Matteini: il mio compaesano (Marchetti,ndr). Di Nicola: sì. Matteini: eh diciamo l’isolano aveva già un po’ capito la situazione... però hanno rifiutato. Sono arrivato fino a 50, ma loro hanno detto di no. Davide non faccio niente... lui mi ha detto cosi... e quell’altro aveva già capito... quando gli ho detto ti devo parlare di persona e non si è nemmeno presentato. Ho provato a chiamarlo ma non mi ha risposto... non vorrei... Di Nicola: no, hai fatto bene. Matteini : non mi fido perché poi magari, dire... Di Nicola: no, hai fatto bene. Matteini: io non voglio che vadano in mezzo anche altre persone.   Di Nicola, come scrive ancora Pelucchi, relaziona Marcello Di Giuseppe, direttore sportivo del Teramo, sull’esito negativo della proposta ("Matteini, semaforo rosso, totale!"), ma secondo gli investigatori il lavoro per combinare la partita sarebbe andato avanti e sarebbe riuscito, come dimostrerebbero alcune telefonate intercettate nei giorni seguenti la gara, quando sarebbe avvenuta la distribuzione dei soldi.   Scrivono gli investigatori: "La conferma che comunque Di Nicola aveva riscosso il compenso della combine e che la parte destinata alla squadra che aveva perso, il Savona, l’avesse consegnata al ds Marco Barghigiani, emergeva in modo chiaro nella conversazione qui riportata. Pesce Giuliano (ex direttore sportivo della Ternana, collaboratore tecnico del Parma e di Pietro Leonardi), che evidentemente aveva contribuito alla combine e quindi era in attesa della propria parte di compenso, veniva notiziato da Di Nicola che il denaro lo aveva consegnato a Barghigiani". Di Nicola: Glieli ho dati a Marco. Pesce: ah... sta qua... do sta! Di Nicola: sì sì. Pesce: e quando mi chiama. Di Nicola: be’, ma tu.... Di Giuseppe deve darti qualcosa a te! Pesce: eh... non lo so... Di Giuseppe mi ha detto... ci pensava lui. Di Nicola: eh perché io gli avevo detto a Marco “cinque a te no”. Pesce: eh. Di Nicola: poi mi ha detto “ma no guarda una parte deve darla Di Giuseppe. Gli ho detto “io mi sono messo d’accordo cosi”. Pesce: no. Di Nicola: se glieli dai tu o glieli dà metà tu o Di Giuseppe e... queste sono cose vostre... io mi sono messo d’accordo cosi e questo deve andare a voi... ok. Pesce: no no eh. allora... come... quindi! Di Nicola: glieli ho dati e passava da te. Pesce: ma passa? Perché non mi ha chiamato per niente. Di Nicola: no... ma perché rimane a Roma stasera, poi passava domani mattina mi sa. Vedi un po’, chiamalo no. Pesce: eh, ho capito, però... Di Nicola: io glieli ho dati, a posto. Pesce: va bene. Di Nicola: ho fatto uno... ok. Pesce: quindi non è che fa... che devo fare le chiacchiere con lui. eh. Di Nicola: no no, tu non devi fare le chiacchiere, io ho parlato chiaro, non ti preoccupà! Di Nicola: io parlo una volta. Pesce: eh no, appunto.   Non mancheranno, scrive ancora Pelucchi, litigi con l’ex allenatore del Savona, Ninni Corda, per la spartizione del denaro, tanto è vero che Di Nicola a un certo punto sbotterà:   Di Nicola: mi ha rotto il c... guarda, maledetto il giorno che ci venne in mente!! Poi tanto faceva lo stesso.