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Tremila euro a testa. In media, tanto manca nelle tasche dei dipendenti dell'Izs, costretti a sopportare il mancato pagamento delle spettanze del salario accessorio del personale relative al 2013 e 2014. E' il frutto - come denuncia la Rsu aziendale - della mancata approvazione del Bilancio 2013 e della successiva denuncia alla Corte dei Conti da parte dei Revisori dei Conti. E non solo, perché nel frattempo, secondo i sindacati, continua "la beffa del continuo sperpero di denaro pubblico legato a consulenze, esose pubblicità giornalistiche e situazioni contabili anomale varie che vanno paradossalmente ad intaccare, da due anni a questa parte, le buste paga del personale non dirigente". L'attacco frontale del sindacato è per i vertici amministrativi dell'Istituto Caporale, dai quali si sperava di " essere trainati fuori dal commissariamento ventennale" grazie a "competenze nuove che potessero finalmente dare un cambio di marcia a livello motivazionale: ci si ritrova invece al totale blocco dei fondi del personale e a tutto ciò che di peggio potesse venir fuori da un buonismo amministrativo che ha avuto scarso potere decisionale". Come dire, se ti fai pecora, il lupo ti si mangia. Ce n'è anche per D'Alfonso & c, «Il Presidente della Regione Abruzzo, principale esponente locale di quello che viene ancora definito il “partito dei lavoratori”  è sordo da mesi alla richiesta di incontro con le rappresentanze sindacali, utile per la discussione sul blocco dei bilanci, dei salari accessori ed in generale su una situazione vicina al collasso». Un collasso che somiglia al Titanic, con l'orchestra che suona.  E, infatti, c'è che manifesta vicinanza dicendo di  trovarsi sulla stessa barca dei dipendenti, solo che quella dei dirigenti è un transatlantico e quella dei dipendenti...una zattera malmessa