A TERAMO DEVE CAMBIARE LA GESTIONE DEL VERDE PUBBLICO, LETTERA AD AMMINISTRATORI E MAGISTRATURA (FOTO)
La Federazione Regionale degli Ordini dei dottori agronomi e dei dottori forestali dell'Abruzzo intervengono sull'importante tematica della cura e della gestione del verde urbano da parte delle amministrazioni pubbliche. Un recente caso di cronaca, a sostegno dell'appello della Federazione affinchè il verde delle città sia gestito con professionalità e competenza, riguarda l'abbattimento di alcuni esemplari di pino a Teramo, un'operazione, purtroppo già portata a compimento, che ha mosso l'intervento da parte della Federazione provinciale degli agronomi e forestali di Teramo e su cui indaga la magistratura.
LA LETTERA INTEGRALE:
Le nostre città e i nostri territori, senza il verde, sono spazi morti. Occorre che ognuno faccia, da subito, la sua parte. La Federazione regionale degli ordini dei dottori agronomi e forestali d’Abruzzo sposa l’appello degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Teramo. Perché solo con una corretta gestione del verde pubblico si può accrescere la salute degli spazi urbani. L’ultimo caso di cattiva gestione del verde urbano a Teramo.
Il verde pubblico abruzzese non gode di un buono stato di salute. Nelle nostre città ci sono parchi storici che ricevono una quantità di manutenzioni inferiori alle loro esigenze con danni inevitabili. Viali alberati vetusti, la cui crescita si è interrotta ormai da anni diminuendo fortemente l’assorbimento della CO2. Molte di queste alberature (fortunatamente non tutte), spesso mastodontiche rappresentano un pericolo per la sicurezza. Spesso infatti la loro struttura è stata compromessa da potature inappropriate e dispendiose, da strangolamenti provocati dall’asfalto e dalla crescita del fusto in spazi insufficienti. Ancora, si assiste ad interventi effettuati nel corso di molti anni che hanno impedito la crescita salutare delle piante che non hanno potuto svilupparsi correttamente offrendo una copertura insufficiente e malata. L’incuria è spesso l’unica protagonista dei nostri scenari urbani. E i cittadini non se ne rendono neanche conto. Se da un lato in Abruzzo ci sono comuni più virtuosi che mostrano maggiore sensibilità verso la tematica del verde urbano, essenziale per la salute dell’ambiente e dell’uomo che vi abita, ci sono altri comuni, il più delle volte la maggioranza, che dimostrano scarsa attenzione e poca organizzazione.
Un recente caso di cronaca riguarda la città di Teramo dove il comune ha ordinato nei giorni scorsi l’abbattimento di alcuni esemplari di pino domestico (Pinus pinea), ubicati di fronte alla scuola Noè Lucidi in via Porta Reale. Questo intervento ha suscitato l’interesse dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Teramo che, nella persona del Presidente Gabriele Rizzo, ha proceduto alla richiesta di accesso agli atti per verificare la corretta esecuzione dell’iter che ha portato all’abbattimento delle piante. In particolare, l’Ordine vuole verificare che sia stata redatta una relazione tecnica specifica a firma di un Dottore Agronomo o Dottore Forestale, unica categoria professionale autorizzata ad effettuare questo tipo di attività. L’abbattimento è purtroppo stato portato a compimento e sulla vicenda indaga ora la magistratura. Questo quindi, è solo un esempio tra le innumerevoli decisioni che le amministrazioni comunali intraprendono sul verde pubblico senza alcun accertamento, parere tecnico o atto ufficiale dagli Ordini Professionali competenti.
Il verde costa. Questa è la convinzione di molti amministratori. La Federazione regionale degli agronomi e forestali, in totale condivisione dell’appello sulle stesse tematiche lanciato nei giorni scorsi dall’Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della Provincia di Teramo, intende sfatare questa opinione. Perché intervenire sul verde urbano è un investimento, non una spesa. Come evidenziato dai colleghi architetti, la difesa del verde pubblico, dimostrata su basi scientifiche, comporta notevoli miglioramenti per l’ambiente. Come ad esempio la mitigazione dell’inquinamento atmosferico e acustico, attraverso la depurazione dell’aria e la produzione di ossigeno; la difesa del suolo, riducendo la superficie impermealizzata; la conservazione della biodiversità; il miglioramento dell’estetica e dell’immagine della città e del paesaggio in generale; lo sviluppo della didattica naturalistica e della cultura storico-sociale e ambientale.
Occorre che si diffonda la consapevolezza, soprattutto da parte della politica e degli amministratori, che la cura del verde pubblico comporta vantaggi economici, sociali e occupazionali. Proprio a questo riguardo, la Federazione abruzzese degli ordini degli agronomi e forestali intende stimolare le amministrazioni pubbliche, primo fra tutti il Governo regionale, a dedicare maggiore attenzione nell’indirizzare la scelta di chi è chiamato a gestire il verde pubblico. La totale assenza di una cultura della gestione del verde, intesa come servizio pubblico (vedasi Deliberazione n. 6/2015 del Comitato per lo sviluppo del verde pubblico, organismo del Ministero dell’Ambiente), porta infatti troppo spesso i Comuni ad affidare la cura e la manutenzione di quello che è un vero e proprio patrimonio della collettività, a soggetti non qualificati, con azioni, quali potature inutili se non addirittura dannose, impianti di essenze non idonee, assenza di programmazione negli interventi, con grave danno per i singoli esemplari, per gli spazi verdi e per il paesaggio e l’ambiente. L’improvvisazione e la scarsa conoscenza della gestione del verde porta una serie incalcolabile di danni economici, di immagine delle città, urbanistici e di sicurezza per la salute e incolumità umana. Intervenire con cognizione di causa e professionalità sul verde è dunque non solo segno di civiltà, ma anche buona pratica amministrativa.