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"Non possiamo accettare che passi il messaggio che la località dei Prati di Tivo, solo perchè relativamente lontana dal centro della vita della provincia, venga trasformata in un...contenitore di carne". E' una posizione tranciante quella assunta dal neonato Comitato degli operatori dei Prati di Tivo contro l'ipotesi che in un hotel della zona, ossia l'Amorocchi, arrivi un numero non meglio definito di profughi. Il Comitato si è riunito nel pomeriggio e già da domani mattina farà partire una raccolta firme tra i cittadini di Pietracamela, Intermesoli e Prati di Tivo. "E' un nostro diritto provare a far desistere il nostro amico (Lello Candeloro, titolare dell'Hotel Amorocchi, ndr) dalla disponibilità ad accogliere una cosa come 50-60 profughi", spiega Ermino Di Lodovico (nella foto il primo da sinistra), della Siget, tra i referenti del Comitato. La petizione sarà consegnata al Commissario prefettizio di Pietracamela, il vice prefetto D'Agostino, affinchè "eviti l'arrivo in loco di tanti profughi costretti a vivere anche tutta una serie di disagi", spiega Di Lodovico: "Dalla temperatura alla distanza da un centro come Teramo, dall'isolamento alla difficoltà di dialogo con cittadini e operatori". Il Comitato mira "a fare leva sull'opinione pubblica" perchè "è un tema delicato ma anche da affrontare in modo corretto". Nessuno dei componenti accetta l'accusa di razzismo: "Razzisti noi? Assolutamente no...E lo dico da emigrante che, quotidianamente, vive la bellezza ma anche la difficoltà dell'integrazione", conclude Di Lodovico. erminio di lodovico siget Gran_Sasso_Italia