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20150905_155348 (1) 20150905_155459Difendere la biodiversità agricola in Abruzzo, un patrimonio tra i più ricchi d’Italia per numero e varietà di piante autoctone coltivate, che rischia però di andare perso per sempre. E’ questo l’imperativo che si pone all’indomani del convegno “Biodiversità e miglioramento genetico vegetale: prospettive per il futuro” di scena sabato 5 settembre nel padiglione 142 FarmLab dell'Associazione Mondiale Agronomi all’interno di Expo Milano 2015, organizzato dalla Federazione regionale degli ordini dei dottori agronomi e forestali d’Abruzzo grazie anche alla collaborazione dello sponsor, ditta D’Eugenio Sementi di Fabio D’Eugenio & c. srl (Alba Adriatica, Teramo). Presente il Presidente Regionale degli Agronomi d’Abruzzo, Mario Di Pardo, assieme ai rappresentanti di tutte e quattro le provincie abruzzesi, Teramo, L'Aquila, Pescara e Chieti e a Marcella Cipriani Consigliere Conaf (Consiglio dell'Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali) e Dottore Agronomo di Teramo. La Federazione abruzzese ha partecipato a una due giorni all’interno dell’Expo nel suggestivo padiglione dell’associazione mondiale agronomi le cui pareti esterne in legno sono completamente tappezzate di piante, muschio e fiori. All’interno dello spazio centrale, in un’area totale di 600 metri quadri, troneggia invece il tronco di un albero ai piedi del quale è sistemato un tavolo circolare con sedili a incastro e schermi interattivi tutto intorno. E’ il simbolo della fattoria globale 2.0 , idea concepita dall’Associazione mondiale agronomi e dal Conaf, che da un lato ha voluto omaggiare le riunioni di famiglia, lo spazio comune dove si producevano idee e si progettava il futuro, e dall’altro ha voluto porre l’accento sull’universo tecnologico e l’innovazione, strumenti senza i quali oggi nessuno sviluppo sostenibile è possibile. Nel corso dei lavori della tavola rotonda di sabato è emersa l’urgenza per l’Abruzzo di dotarsi di una legislazione specifica sulla biodiversità, recependo la normativa nazionale già in essere e dando seguito alle direttive contenute nel Piano di Sviluppo Rurale (Psr). Attualmente l’Abruzzo vanta un patrimonio di 300 specie e varietà autoctone coltivate arboree e erbacee. Grazie ad un lavoro certosino di un pool di Agronomi (tra cui il Dottore Agronomo Donato Domenico Silveri, relatore al convegno*) coordinato e finanziato dall’ex Arssa, negli scorsi anni è stato possibile collezionare, conservare e studiare le risorse genetiche abruzzesi dal 1996 al 2003. I semi che costituiscono il patrimonio della biodiversità abruzzese sono custoditi nella Banca del germoplasma di Sulmona e nella Banca del germoplasma del Parco nazionale della Majella. Ma molti semi nella Banca di Sulmona, che versa in uno stato di abbandono dopo la cancellazione dell’Arssa, rischiano di perdersi per sempre. E’ urgente e necessario dunque riprendere la ricerca sul territorio, tradurre in concreto le misure dettate dalla normativa nazionale, creare una rete regionale di agricoltori custodi, unire le banche del germoplasma in un un’unica realtà e verificare alcune situazioni ambigue sulla caratterizzazione delle varietà. La Fao ha calcolato che in 100 anni di storia si è perso il 75% della biodiversità delle principali specie agricole coltivate. Si parla a tutti gli effetti di erosione genetica causata dalla perdita degli habitat, dall’inquinamento, dall’agricoltura intensiva, dall’eccessiva omologazione dei prodotti. “La biodiversità agricola è la vita – sottolinea il Presidente della Federazione Dottori Agronomi e Dottori Forestali d’Abruzzo, Mario Di Pardo – le risorse genetiche di cui disponiamo sono la base del nostro capitale umano e la base della sicurezza alimentare. E’ quindi vitale conservare questo patrimonio non solo per noi, ma soprattutto per le generazioni che verranno. Approfondiremo il tema della biodiversità anche in Abruzzo, con una serie di incontri e dibattiti che avranno lo scopo di sensibilizzare le istituzioni su questo importante argomento”.