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ruzzoretiEpidemia colposa. C' è anche questa accusa nella richiesta di rinvio a giudizio per: l'ex presidente della Ruzzo Reti Giacomo Di Pietro e altre cinque persone che all'epoca rivestivano ruoli dirigenziali, soprattutto nell'area tecnica, all'interno del Ruzzo e della controllata Spt: Gian Mario Fabbi, Domenico Giambuzzi, Enrico Maria Giuseppe Bisanzio, Alfonso Cuccodrillo e Domenico De Flavis. Il tribunale ha anche ammesso come  parti civili dei genitori di 63 bambini che nell’estate del 2010 finirono in ospedale per enteriti o gastroenteriti dopo aver fatto il bagno nel mare inquinato. Perchè, sostiene la procura, tutto è avvenuto per il cattivo funzionamento dei depuratori di Villa Rosa, Alba, Sant’Omero, Sant’Egidio, Nereto e Corropoli – gestiti all’epoca dalla Ruzzo reti – che, a partire dal 2007, avrebbero riversato sostanze inquinanti nel torrente Vibrata e, di conseguenza, nel tratto di mare davanti ad Alba Adriatica. Le accuse, tutte da provare nel corso del dibattimento che inizierà il 5 aprile, sono pesanti: si va dal disastro ambientale all’epidemia colposa fino alle lesioni. Ed è sulla base di consulenze, atti e analisi (soprattutto le molteplici fatte all’epoca) che il pm Laura Colica, il magistrato titolare del fascicolo, ha ipotizzato un nesso tra le enteriti, l’inquinamento del mare e il funzionamento depuratori. Sono 229 i casi raccolti dalla procura con un lavoro certosino fatto tra turisti sparsi in tutta Italia, soprattutto genitori, che in quell’estate del 2010 riversarono rabbia e indignazione in decine di esposti per denunciare e raccontare.